21 settembre 2017

LE VERITA' PARALLELE DELLA F.I.S. - Parte prima

ACCADEMIA NAZIONALE DI SCHERMA
ENTE MORALE FONDATO IN NAPOLI - 1861


Buongiorno,
Penso che buona parte delle mondo della scherma sia a conoscenza della decisione della Federazione Italiana Scherma (FIS) di … “avocare” a sé il compito di svolgere gli esami per istruttori e maestri di scherma, cosa che, viceversa, fin dal 1880, è sempre stata una prerogativa dall’Accademia Nazionale di Scherma (ANS). Chi ha seguito la vicenda, principalmente sulle pagine di internet (Blog, Facebook e quant’altro) non ha potuto - probabilmente - farsi un’idea esatta di cosa sia successo e perché.
È dunque mia intenzione esporre i fatti, nudi e crudi, nella loro sequenza temporale, ovvero nella loro necessaria concatenazione logica, lasciando al lettore la piena libertà di trarre le sue conclusioni, di operare le sue valutazioni, di formulare i suoi giudizi. In altre parole, intendo, nella mia qualità di presidente dell’Accademia Nazionale di Scherma e con riferimento alle vicende che negli ultimi mesi hanno caratterizzato la contrapposizione tra il predetto Ente e la FIS, esercitare il mio diritto di cronaca (per informare le persone interessate) nonché, anche se in misura molto più limitata, quello di critica (per rendere note le mie valutazioni su tali avvenimenti).
Insomma, considerata la situazione, ritengo, necessario intervenire affinché tutti coloro che, a vario titolo, compongono il mondo della scherma (società, atleti, maestri, giudici, dirigenti ed appassionati) conoscano - perché ne hanno diritto - i fatti (farò riferimento a quelli documentati o documentabili), in modo che tutti possano giudicare il comportamento tanto dell’ANS, quanto della FIS e possano, in particolare, valutare la condotta di alcuni tra i protagonisti della vicenda.
Per la complessità dei fatti e per non abusare della vostra pazienza ho pensato di procedere per puntate, come nelle serie TV.
In questa prima puntata mi propongo di illustrare l’origine della contrapposizione ed il suo epilogo, vale a dire “l’esproprio” degli esami da parte della FIS in danno dell’ANS. Nella seconda ci sarà un (breve, non temete) accenno alle fonti normative che regolano la materia, in modo che i lettori possano farsi un’idea sul fondamento della pretesa della FIS. Nella terza mi propongo di illustrare le prospettive e i possibili sviluppi di questi penosi avvenimenti.
PREMESSA: avete certamente saputo che la controversia ha avuto un suo “sbocco istituzionale”. È stato adito il TAR Lazio con una richiesta di sospensiva della sessione di esami indetta dalla FIS, senza il concorso dell’Accademia. Purtroppo la sospensiva non è stata accordata e il TAR, con decisione sommaria (e motivazione inesistente), ha sostenuto che l’ANS non ha “l’esclusiva” degli esami.
Naturalmente il giudizio proseguirà in sede di merito, sede nella quale, si spera, la questione verrà esaminata più approfonditamente, tenendo conto anche degli orientamenti della dottrina (come si illustrerà nella seconda puntata) e della giurisprudenza.
È stata poi coinvolta la Prefettura di Roma, che per lungo tempo non ha registrato le modifiche statutarie della FIS e che, solo a seguito di un parere – a dir poco eccentrico – dell’Avvocatura dello Stato ha, improvvisamente cambiato idea. Nel frattempo sono fioccate le interrogazioni parlamentari e gli articoli di stampa. Insomma, la giustizia, come si sa, è un po’ lenta e, a mio parere, fa fatica a dare torto agli Enti più importanti (mi riferisco non tanto alla federazione, quanto piuttosto al CONI, che in questa vicenda è entrato pesantemente, difendendo a spada tratta la FIS, il cui presidente, come è noto, era, all’epoca, anche il vice di Malagó).
Prima puntata: le “verità parallele” della Federazione.
Poco dopo il fattaccio, l’ANS scrisse al giornale “Il Mattino” lamentandosi di quanto era successo e due giorni dopo lo stesso giornale pubblicava la risposta di Scarso, presidente della FIS. Questo uno dei passaggi fondamentali delle argomentazioni (!) presidenziali.
Ma la FIS – unica federazione Sportiva titolare delle attribuzioni previste dalla legge per le discipline schermistiche, ha anche il dovere di verificare la rispondenza dello statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma, ai principi della Federazione e dell’ordinamento sportivo. Questa rispondenza è venuta a mancare nel recente periodo ed ha comportato la mancata approvazione dell’ultima revisione dello statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma, nel testo proposto dalla stessa.” Da qui la decisione di avocare “i compiti a suo tempo demandati all’Accademia Nazionale di Scherma……”
così Scarso ha pensato, con queste poche righe, di liquidare la questione. Peccato che le … inesattezze espresse siano più numerose delle notizie fornite.
Andiamo per ordine. Nel primo rigo non è ben comprensibile il pensiero del presidente. Comunque l’affermazione è quanto meno esagerata: esiste infatti un’altra Federazione che ha a che fare con la scherma: la Federazione Pentathlon Moderno ed esistono altri tipi di scherma oltre a quella olimpica (es. scherma storica ecc.).
Veniamo, ora, alle affermazioni macroscopicamente inesatte. La FIS non ha affatto il dovere di verificare lo statuto dell’ANS. E’ pur vero che tale affermazione figura nello statuto federale, ma questa è una iniziativa di parte (se avessero scritto che la FIS elegge il Papa, ciò sarebbe stato vincolante per il Vaticano?). In realtà l’ANS è un Ente Autonomo (elevato al rango di Ente Morale) con personalità giuridica, cui, per legge, è demandato il compito di esaminare e diplomare i maestri di scherma. L’ANS ha il solo obbligo di presentare il suo statuto alla Prefettura per l’approvazione. E’ pur vero che l’ANS è iscritta, tramite gli enti di promozione, al registro del CONI, ma, anche in questo caso, non compete alla FIS controllarne lo statuto. Tale competenza è delegata alla FIS dal CONI, ma è limitata alle sole società affiliate. L’ANS non è affiliata alla FIS ma ne è, da tempo immemorabile, “membro d’Onore”.
La (rispettosa) esegesi del testo presidenziale, poi, evidenzia altre incongruenze. E infatti, nelle righe successive, dalle parole “Questa rispondenza” fino a “proposto dalla stessa”, si colgono non poche aporie e contraddizioni, al limite del grottesco. Invero: come può venire a mancare qualcosa che da decenni non è cambiato? Quando mai la FIS ha o non ha approvato uno statuto dell’ANS (ovvero i vari statuti che si sono succeduti nel corso del tempo)? Ma la più grossa di tutte è questa: il testo dell’ultimo statuto dell’Accademia Nazionale di Scherma è esattamente quello proposto (imposto?) dalla FIS, elaborato in un incontro tra Azzi, Lauria e Annitto per la FIS e Fumo e La Ragione per l’ANS. Peraltro - udite udite - successivamente a quella riunione indetta per rivisitare lo statuto, affinché piacesse alla FIS (e questo vi dà già un’idea del tipo di pressioni che l’ANS ha dovuto subire nei tempi proprio per evitare rotture), Scarso, nientemeno (!) personalmente (!) mi ha mandato una lettera nella quale si complimentava per il lavoro svolto e per il clima di serenità e fattiva collaborazione. La lettera era inviata per conoscenza ad altri e potete leggere i nomi … illustri tra i destinatari. Come se non bastasse con queste pretestuose motivazioni la FIS ha deciso di “avocare i compiti a suo tempo demandati all’ANS”. Ma quando la FIS avrebbe demandato all’ANS questi compiti? MAI.
La FIS contempla nel suo statuto, norma a tutt’oggi vigente, il riconoscimento dei diplomi  rilasciati dall’ANS essa non ha alcun potere di delega in tal senso, non l’ha dal Coni non dalla FIE, al massimo avrebbe potuto rilasciare diplomi di allenatore in quanto aderente al Sistema Nazionale delle qualifiche - SNaQ, e mai di Maestro di scherma (ma di ciò ne parleremo in modo più approfondito in una prossima “puntata”).
L’ANS ha ricevuto si una delega a rilasciare i diplomi di Maestro di scherma, ma dalla Legge Italiana. Ad oggi è l’unica Accademia, dopo la scomparsa di quella Francese, ad avere una simile prerogativa delegata direttamente dallo Stato. 
Pasquale LA RAGIONE
Lascio a voi le conclusioni di questa prima “puntata”, ma prima di congedarmi non posso tacere sul fatto che questo modus operandi ha evidentemente contribuito a una erronea rappresentazione della realtà nella mente di alcuni consiglieri federali, i quali, non sapendone molto e non potendo immaginare quanto distante dalla verità fosse la sua rappresentazione ad opera della FIS, hanno votato a favore dell’iniziativa bellica del presidente. E non posso tacere la mia meraviglia ed il mio dispiacere di fronte al comportamento, direi piuttosto pilatesco, del vice presidente Paolo Azzi, persona che stimavo molto, persona perfettamente al corrente della situazione e il cui operato di mediazione è stato brutalmente “calpestato”. In altra epoca una condotta di tal genere avrebbe forse determinato una sfida a duello; al giorno d’oggi una persona così platealmente offesa, avrebbe fatto migliore figura col presentare le sue dimissioni da un Consiglio che la ha, in pratica, frontalmente sconfessato.

f.to Pasquale La Ragione

Presidente Accademia Nazionale di Scherma di Napoli

20 commenti:

  1. LEGGETE QUESTO ARTICOLO DI CONCHITA SANNINO SULLA REPUBBLICA DEL 7 DICEMBRE 2006

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2006/12/07/in-un-ripostiglio-gli-ori-della-scherma.html

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  2. LEGGETE QUESTO ARTICOLO http://www.schermamodica.it/index.php?option=com_content&view=article&id=495%3Aa-napoli-sarta-e-migliore-si-qualificano-per-i-campionati-italiani-giovani-tommaso-ferraro-argento-nella-prova-nazionale-paralimpica-leandro-giurdanella-consegue-il-titolo-di-maestro&lang=it


    Sabato 7 dicembre presso l'Accademia Nazionale di Scherma di Napoli Leandro Giurdanella ha superato brillantemente l'esame di abilitazione acquisendo ufficialmente il titolo di Maestro di Scherma che segue al conseguimento del titolo di Tecnico di IV livello conseguito dal Maestro Eugenio Migliore lo scorso 2 dicembre presso la Scuola dello Sport CONI di Roma. Titolo che si traduce nell'ultimo step del percorso formativo dei tecnici e dell'unica qualifica riconosciuta dal sistema europeo, per la cui importanza l'ente che può rilasciarlo è solo il massimo organo sportivo in Italia, cioè il CONI.

    Importanti traguardi professionali dunque per Giurdanella e Migliore ma soprattutto per la Conad Scherma Modica che vede crescere ulteriormente il prestigio dello staff tecnico modicano.

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  3. LEGGETE QUESTO ARTICOLO

    http://www.unasci.com/web/index.php?option=com_docman&view=download&alias=410-relazione-finale-sul-convegno-5&category_slug=7a&Itemid=253


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  4. LEGGETE QUESTO ARTICOLO http://www.cronacacomune.it/notizie/24154/con-il-palageotech-laccademia-di-scherma-g-bernardi-realizza-un-sogno.html

    L'Accademia Bernardi svolge, sotto la guida tecnica di maestri diplomati all'Accademia Nazionale di Scherma di Napoli, un'attività agonistica diversificata in base alle varie fasce d'età: preagonismo, Under 10, Under 14, Under 17, Under 20, Assoluti e Master (over 30).


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  5. LEGGETE QUESTO ARTICOLO http://www.treccani.it/enciclopedia/la-sicilia-si-fa-largo-a-colpi-di-fioretto_%28Il-Libro-dell%27Anno%29/

    TRECCANI
    di Vanni Loriga - Il Libro dell'Anno 2011 (2011)

    La Sicilia si fa largo a colpi di fioretto

    Il presente è soprattutto frutto di quel passato. Gli storici della materia indicano nella costituzione della Scuola magistrale di scherma (1884 a Roma) la data di nascita di una tradizione; diretta da Masaniello Parise, formò centinaia di maestri che si distinsero in Italia e nel mondo. Il sistema di Parise aveva le sue radici nell’Accademia nazionale di scherma di Napoli e fu opportunamente integrato, per quanto riguarda la sciabola, con alcuni elementi del metodo di Giuseppe Radaelli della Scuola militare di scherma di Milano.

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  6. LEGGETE QUESTO ARTICOLO http://www.clubschermacuneo.it/maestri.php

    Juan Josè Paz-y-Miño
    Dopo aver militato nella nazionale equadoregna ed essere stato eletto più volte miglior tiratore del proprio Paese, il Maestro Paz-y-Miño è approdato in Italia, più precisamente a Modica, dove ha perfezionato il suo percorso formativo come Maestro. Nel 2009 si diploma Maestro di Scherma all'Accademia Nazionale della Scherma di Napoli, unico ente in Italia abilitato al rilascio di tale diploma, e si trasferisce a Cuneo con l'ambizioso obiettivo di portare il vivaio dei giovani schermidori cuneesi ai vertici nazionali.

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    1. Modica è la città del Presidente Scarso?

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  7. LEGGETE QUESTO ARTICOLO http://www.bergamascascherma.it/staff/

    Adalberto Tassinari
    Diplomato Maestro nel 2005 presso l’Accademia di Napoli

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  8. LEGGETE WIKIPEDIA https://it.wikipedia.org/wiki/Federazione_Italiana_Scherma


    La scherma italiana ebbe da sempre un ruolo fondamentale sul piano internazionale e nonostante questo fino al 1909 mancò totalmente un'associazione italiana. Nel 1901 vi fu un primo tentativo di istituzione, promosso dall'on. Enrico Arlotta con un gruppo di schermitori "dilettanti" (allora erano così definiti gli atleti) a Napoli, sede dell'Accademia Nazionale di Scherma.

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    1. Il Presidente Giorgio Scarso afferma che la FIS ha sempre delegato all'Accademia Nazionale di Scherma di Napoli il rilascio dei diplomi magistrali. La FIS è nata dopo l'Accademia di Napoli. Non capisco.
      Chi mi spiega quale atto normativo della FIS ha tolto questa delega all'Accademia? Lo Statuto federale afferma che la FIS riconosce i diplomi magistrali dell'Accademia. Non capisco.

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  9. LEGGETE QUESTO ARTICOLO http://www.lameazzurre.it/cms/index.php?mod=Chi_Siamo

    Al nome della famiglia Zumbo e' indissolubilmente legata la storia stessa della scherma brindisina e pugliese: tre generazioni di schermidori che hanno scritto pagine memorabili di sport e continuano a farlo attraverso gli anni. Il caposcuola e' stato Giuseppe Zumbo, nato nel 1901 e deceduto nel 1987: di origini calabresi, inizia giovanissimo a tirare di scherma proprio nella sua terra natale nel 1915 come allievo prediletto (e poi anche come sostituto maestro) di due grandi nomi dell'Accademia di Scherma di Napoli, Bartoli e Caprioli.

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  10. LEGGETE QUESTO https://manus.iccu.sbn.it//opac_SchedaScheda.php?ID=216970

    Roma, Biblioteca nazionale centrale Vittorio Emanuele II, A.R.C.53.Raccolta schermistica Mancini-Perno, A.R.C.53 II

    234 - 1957, gennaio - Da “Scherma”: Elenco dei campioni 1956. Per il Campionato Professionisti i campioni del 1956 furono: Ugo Purcaro, fioretto; Dario Mangiarotti, spada; NP, sciabola.

    307 - 1986, 21-26.8 - Campionati del mondo professionisti a Sindelfingen. NP era presidente dell'AAI.

    308.1/4 - 1986, dicembre - Materiale relativo alla partecipazione di NP quale maestro d'armi alla rappresentazione de “I tre moschettieri” di A. Dumas, al Teatro Stabile dell'Aquila.

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  11. Se così fosse ci sarebbe abbastanza per un'indagine della procura Coni, perché nulla di peggio che un Presidente bugiardo. Ovviamente se fosse vero quanto scritto!
    Marco Puglisi

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    1. hanno anche allegato dei documenti alla lettera. la trovi sul sito web dell'ANS negli allegati delle news ( https://www.accademianazionaledischerma.it/faq/news ) e sulla pagina FB ( https://www.facebook.com/AccademiaNazScherma/ )

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  12. LEGGETE QUESTO http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1009371

    SENATO DELLA REPUBBLICA
    Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-03601


    Atto n. 3-03601 (con carattere d'urgenza)

    Pubblicato il 21 marzo 2017, nella seduta n. 789

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  13. MAESTRI PROFESSIONISTI?????!!!!!!!

    IL PRESIDENTE DELL'AIMS PERNO VINSE IL TITOLO NEL 1956 DI CAMPIONE ITALIANO MAESTRO PROFESSIONISTA????!!!!!

    IL MAESTRO PERNO ERA MAESTRO D'ARMI????!!!!!

    MA ALLORA L'ANS HA RAGIONE

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  14. I diritti, da soli, siano essi dei singoli o dei popoli, sono strumenti per scuotere gli ordini politici e sociali costituiti.

    Secondo la loro duplice natura, possono es­sere strumenti di emancipazione, quando sono branditi come rivendicazione dagli oppressi; oppure, possono essere pretesti della prepotenza, quando sono accampati dagli oppressori.

    I diritti, dunque, servono a cambia­re i rapporti sociali esistenti, in un senso o nell’altro.

    Una società senza diritti arresta il suo moto; conseguentemente, le società immobili non conoscono i diritti.

    Nella loro funzione principale, che qualcuno definisce "distruttiva", hanno avuto e avranno sempre un preciso compito storico, evidente e necessario: sono come leve per il cambiamento e per la contestazione dei rapporti di dominio e di soggezione, cristallizzati nel passato.

    In una parola: promuovono l’autonomia individuale e sociale e destrutturano i rap­porti di potere.

    Contemporaneamente, però, giustificano i più forti nel proseguire ad esercitare il potere di sopraffazione, spo­liazione e appropriazione.

    Tale concetto (che, molte decine di anni addietro, era un semplice sospetto) si è rafforzato dopo che i regimi totalitari del secolo scorso, di destra e di sinistra, hanno proclamato che i singoli hanno solo doveri e ciò che restava dei diritti non era altro che il riflesso dei doveri.

    Questi costituivano, in buona sostanza, dei «diritti funzionali», cioè erano paradossalmente diritti di fedeltà, consistenti nella possibilità di assoggettamento ai doveri nei con­fronti dell’ordine imposto dall'alto.

    In breve: i di­ritti erano diventati diritti di fare il proprio dovere.

    Ora, però, forse e finalmente, è arrivato il momento del risveglio delle coscienze, di porre fine a quella finta ed imbarazzante atarassia in cui ci si trova, di trovare la forza ed il coraggio di uscire dall'ambiguità e di attuare realmente quella voglia di vero, e non finto o di facciata, cambiamento.

    Wake up, everybody!!!

    Gaspare Fardella

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  15. Se fossi Azzi, nel leggere il post mi salterebbero le lentine fuori dagli occhi.

    aaahahhahhahhhahhhahhhhahhahhhahha...azz che articolo!

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