29 marzo 2015

VENGO ANCH'IO, NO TU NO


Risultati immagini per immagini di vengo anch'io no tu noL’articolo “METODO CENCELLI: sempre di moda” a firma della Signora IANNUZZI ha animato la discussione sul tema delle convocazioni e proprio questa mattina ho ricevuto la telefonata di un genitore che mi ha manifestato la sua frustrazione e la sua rabbia per come vengono gestite le chiamate. Egli si è raccomandato affinché la nostra chiacchierata rimanesse confidenziale: nel suo sfogo, affranto e sincero, mi pregava di fare qualcosa. Purtroppo non è nelle mie possibilità intervenire, l’unica cosa che posso fare é dare divulgazione dei fatti tramite pubblicazione sul blog.

Egli mi ha enunciato, più che altro mi ha raccontato, con dovizia di particolari, la situazione che sta vivendo. Ho cercato di sintetizzare il suo sfogo e per quanti sforzi abbia fatto non ho potuto non scrivere passaggi importanti, così ne è venuto fuori una specie di intervista fiume, in pratica un soliloquio.

Come ogni anno è arrivato il momento dei campionati del Mondo Giovani e Cadetti, appuntamento, forse, anche più importante di quello che riguarda la nazionale assoluta, in quanto è vero che i nostri famosi campioni come Valentina Vezzali o Aldo Montano sono i motori della propaganda, cioè quelli che avvicinano ogni anno bambini e ragazzi (ed anche qualche adulto) al nostro sport, ma sono poi le prime esperienze in nazionale che fanno da traino per le loro ambizioni. Le palestre sono piene e la maggior parte di soci giovani e giovanissimi, e quello che li spinge ad allenarsi, ed a noi genitori di pagare la quota ogni anno, è il sogno di quel primo gradino della loro carriera chiamato "azzurrini".

A questo punto occorre però che questo sogno non venga tradito da gestioni poco comprensibili, che non è facile potere spiegare loro.

Un bambino o un ragazzo che vengano demotivati in un ambito sportivo tanto declamato come sede di incomparabili valori resta segnato per sempre.

Come si fa a spiegare ai ragazzi interessati ed ai compagni di sala il perché della loro esclusione dalle convocazioni tanto attese, per le quali si è lavorato un intero anno, mentre ad altri che appaiono meno meritevoli viene offerta l’opportunità di vivere la grande esperienza del mondiale?

Per quanto riguarda il fioretto femminile la Federazione dovrebbe spiegare come mai due ragazze del '99 sono rimaste fuori nonostante i risultati ottenuti siano tali che avrebbero meritato altra conclusione? Cecilia TEMPESTA ed Arianna PAPPONE già dalla scorsa stagione dimostrarono di poter competere con le più forti, e quest'anno salite al vertice del ranking di categoria Cadette, la prima vincendo la prova nazionale di apertura, la seconda con la piazza d'onore nella prova foggiana e la finale alla prova Giovani di Ancona. Rispettivamente sono n.2 e n.4 della classifica. Ma non è stato sufficiente a nessuna delle due per essere presa in considerazione e posso affermare (da genitore e non da tecnico) che in prospettiva sono delle atlete su cui si potrebbe fare affidamento. Diverso è il caso di Serena ROSSINI e Caterina POZZAN che nella classifica sono rispettivamente al n.7 e n.9, e la seconda è pure alla conclusione della sua carriera da cadetta. A lei è bastato un "semplice" podio alla prima prova di Parma per guadagnarsi un posto da titolare sia per la rassegna continentale che per quella iridata. Come si fa a spiegare a chi invece quella gara l'ha vinta e che tale circostanza non è stata sufficiente per la Federazione? E non ci si può appellare nemmeno a precedenti stagioni più "importanti", visto il 12° dello scorso anno.

Tra le giovani sicuramente Matilde BIAGIOTTI vorrebbe sapere che altro dovrebbe fare per meritarsi una convocazione, essendo la n.4 della classifica. Forse si sarebbe aspettata di restare fuori dalle titolari per mano di una delle prime tre, ed invece il ruolo di riserva e quindi schierata solo per la gara a squadre è toccato alla n.3 Camilla RIVANO, quello che avrebbe potuto essere il suo posto è stato offerto a Claudia BORELLA, classificata in 7° posizione. Sempre secondo la mia visione di genitore e certamente discordante da alcune prese di posizione manifestatisi anche sul blog, sicuramente più meritevole di convocazione Davide MAISTO, la cui unica colpa pare essere quella di avere quale maestro il CT della nazionale di spada, ma per il resto il suo rendimento l'ha sempre messo tra i primi della sua categoria, a cominciare dallo scorso anno quando vinse sia la prima prova Giovani che il Campionato Italiano.

Lascia decisamente più perplessi la fulminea carriera di Enrico BERGAMINI, sul quale vengono poste grandi speranze, al momento non supportate da risultati all'altezza delle aspettative. Lo scorso anno con un podio, una finale ed un sedici quale peggiore risultato della stagione non è riuscito ad entrare nemmeno come quarto della squadra nei Campionati del Mondo, nonostante una stagione terminata al n.3 del ranking. Quest'anno con due miseri 128 nelle prove di qualificazione e la conseguente estromissione dalla finale per il titolo tricolore, ed un ranking molto più basso, si ritrova non solo nella squadra ma addirittura titolare per entrambe le competizioni alla faccia di Cosimo MARTINI, al quale il n.5 della classifica pare non bastare.

Peggio di lui anche il n.3 e n.4 Amedeo ZANCANELLA e Cosimo LEONE del tutto ignorati, il primo anche dalla squadra Cadetti. Potremmo appellarci al suo rendimento internazionale allora, dove BERGAMINI lo scorso anno ha piazzato come migliori performance due approdi al tabellone da 32, contro il bel secondo posto di questa stagione ad Atene. Ma è stata anche una perla isolata, alla quale bisogna anche affiancare due 128, che poi è lo stesso cammino in stagione (botta più botta meno) del MARTINI. Ma allora quale meriti improvvisi può avere avuto questo bravo spadista torinese? Probabilmente gli ha giovato il cambio di palestra, finendo per allenarsi con un maestro dello staff della nazionale di spada?

Ci vorrebbero tre indizi per fare una prova, come recita un detto popolare, il secondo potremmo trovarlo in un altro spadista torinese che ha seguito un percorso abbastanza analogo. Federico MARENCO chiude la stagione precedente con un 22° posto che di certo non lascerebbe presagire grandi scenari futuri. Ma il colpo di genio è certamente il trasferimento nella stessa società di BERGAMINI. Più di lui, però, ha fatto, già lo scorso anno, e fa tutt'ora un altro cadetto torinese, tale Daniel DE MOLA, il quale però non accompagna nel suo viaggio l'ex-compagno di sala.

Morale: il DE MOLA da n.1 del ranking cadetti, che già lo scorso anno concluse la stagione in crescendo, rimane fuori sia dai campionati continentali che da quelli iridati. Federico MARENCO, al contrario parteciperà ad entrambi. Per il primo giusto il contentino di fare La gara mista sperimentale di ben scarso significato. Inutile sottolineare come un altro atleta, sempre torinese, meglio piazzato di MARENCO sia rimasto a casa, nonostante la buona prova offerta ai Campionati Europei.

La domanda che pongo è la seguente: ma le gare, le classifiche, i ranking, a cosa servono esattamente? A prendere in giro ragazzi, maestri e società?

Che dire ancora? Credo poco. Nell'articolo "METODO CENCELLI: sempre di moda" molte delle considerazioni del mio interlocutore sono state trattate, ma con il presente sfogo ha aggiunto alcune particolarità molto interessanti. Il genitore in questione ha due figli: una fiorettista e l'altro spadista.

Potrei pensare che la sua analisi non sia obiettiva, perché coinvolto emotivamente, però mi piacerebbe moltissimo che fosse smentito, magari con la pubblicazione delle relazioni dei CT, con le quali vengano spiegate le scelte ed i criteri adottati.

Ezio RINALDI

 

27 marzo 2015

I VALORI NELLA SCHERMA


Risultati immagini per valori nella schermaIl Presidente Giorgio Scarso è solito, in occasione delle manifestazioni pubbliche cui partecipa, proclamare i valori della scherma.
Il tenore delle dichiarazioni è pressappoco sempre lo stesso, ovvero quello di presentare la scherma come lo sport per eccellenza legato a grandi qualità, espressione dei principi di lealtà e correttezza etc. etc. etc.
Nessuno, infatti, che abbia un minimo interesse per questo sport, può negare di avere mai ascoltato frasi come queste:
  1. la scherma è uno sport che sa coniugare risultati agonistici con risultati etici
  2. la scherma è una disciplina portatrice di ideali, fair play e di grandi valori.
  3. la scherma è uno sport che vive non solo di doti agonistiche ma anche morali, di cui riesce a farne una bandiera
  4. In un mondo in cui i disvalori minano i valori veri, la scherma rimane un baluardo che lavora in silenzio
  5. Siamo profondamente convinti che la scherma racchiuda in sé grandi valori etici, oltreché sportivi.
    Mi domando, però, quanto queste dichiarazioni rispecchino la realtà della scherma italiana.
     Il dubbio mi è sorto dopo aver letto un comunicato relativo alla seduta del 15 marzo appena trascorso durante la quale il Consiglio Federale ha “affrontato la tematica relativa ai comportamenti degli spettatori durante le competizioni schermistiche, stabilendo, previa autorizzazione degli organi competenti del CONI, di aumentare le sanzioni previste che, adesso, andranno da 250 a 2000 euro”. 
    Mi domando in che modo possa armonizzarsi l’immagine di una scherma che dovrebbe ingentilire il cuore ed eccitare i migliori sentimenti dell’animo con la scelta del Consiglio Federale di incrementare del 100% le sanzioni per i comportamenti degli spettatori.
    Secondo il mio personale punto di vista, siffatta determinazione suona come una nota stonata nel mezzo di una rasserenante sinfonia, mandata in onda senza sosta.
    E’ evidente, infatti, che se la previsione di una sanzione è dettata dalla necessita di apprestare tutela ad un valore determinato, la scelta di incrementare l’importo della sanzione è motivato dall’avere registrato un incremento delle condotte vietate alle quali si ritiene di dover porre freno con sanzioni più incisive.
E ciò seppure l’esperienza dimostri che il giudice sportivo non è mai stato di “manica larga”. Non ho riscontrato, infatti, un solo caso in cui l’incolpato sia stato assolto.
Evidentemente, la misura della sanzione, fino ad oggi prevista dal nuovo regolamento di Giustizia, non è più considerata efficace al fine di reprimere i fenomeni “eversivi” che si consumano sugli spalti; non si spiegherebbe, altrimenti, la ragione del non trascurabile incremento incalzato dal Consiglio Federale.
Sempre a proposito dei valori della scherma, la mia personale esperienza, maturata in un passato abbastanza recente, mi ha sollecitato ulteriori interrogativi. Quali particolari valori etici e sportivi possono rinvenirsi nell’attività di un arbitro che non desiste dal dirigere le gare cui partecipano gli atleti propri o dei suoi prossimi congiunti, rispetto ai quali lo stesso riveste finanche il ruolo di sponsor? Quale etica è sottesa nell’ammettere nei campi di gara soggetti non legittimati, in violazione delle regole federali  e all’insaputa e contro la volontà dell’affiliato di riferimento?
 Se queste sono le premesse, siamo proprio sicuri che per fronteggiare i problemi connessi alle intemperanze di schermidori, tecnici e spettatori ci sia bisogno di ricorrere alla frusta?
Almeno nello sport, i veri valori non dovrebbero imporsi con le sanzioni ma condividersi semplicemente quale conseguenza di una spontanea adesione.
Ma se ciò non avviene, più che usare la frusta, bisognerebbe individuare le cause reali del fenomeno per potervi porre serio rimedio.
E poi, a prescindere dalle rassicurazioni del Presidente, in cosa consisterebbe la pretesa “sacralità” di questo sport?  Perché solo la scherma dovrebbe essere il baluardo dei valori etici? Forse che questi valori sono disconosciuti da coloro che praticano discipline come pallavolo, canottaggio o tiro con l’arco?
La scherma, insomma, è uno sport come tutti gli altri e come tale è lo specchio della nostra società. Non c’è nessun motivo per canonizzarla; e chi lo fa risponde solo a comprensibili ma inutili esigenze di marketing!
  1. Fileccia

24 marzo 2015

METODO CENCELLI? Sempre di moda


Ricordate gli articoli sul metodo Cencelli e quelli sul Bilancio? In detti pezzi venivano poste in evidenza alcune situazioni alquanto discutibili. Ebbene pare che da allora nulla sia cambiato e gli ultimi appuntamenti internazionali giovanili, lo testimonierebbero. Infatti, gli Europei di Maribor e i Mondiali in Uzbekistan, dimostrerebbero che il mio pensiero è nella giusta direzione.

Le convocazioni per i suddetti impegni hanno visto alcune conferme, sulla base dei ranking, vedi la squadra di spada femminile cadetti; in quella femminile giovani il discorso sembra essere più o meno uguale, visto anche le posizioni delle ragazze nel ranking.

Il metodo Cencelli si evidenzierebbe nel settore maschile, laddove i responsabili della conduzione del settore palesano conflitti di interesse, essendo gli stessi anche tecnici di alcuni atleti convocati.

Dopo una intera stagione agonistica, nel settore maschile avvengono fenomeni paranormali che di normale hanno solo l’incoerenza. Nella spada maschile Cadetti, infatti, il ranking non viene proprio considerato e si passa dalla convocazione degli allievi dei collaboratori del responsabile d’arma fino a quella di persona cara a quest’ultimo. E’ superfluo evidenziare che i ragazzi non figurano tra i primi 3 del ranking.

Mi viene da pensare che si siano spostati i Campionati Italiani a dopo gli Europei e i Mondiali, per avere maggiori margini di discrezionalità nelle convocazioni, facendo così cadere la regola che vuole il Campione italiano di categoria convocato. Rilevo che, mentre vengono stabilite quali siano le gare obiettivo del circuito europeo, indicative per le convocazioni, si chiama il Maestro di Staff per seguire gli atleti, i quali per prendere parte a tale giro devono sborsare 80,00€ per gli arbitri, che sovente non vengono chiamati. Sembrerebbe si sia stabilito che l’ultima gara, la quale cade nel periodo in cui alcuni maestri programmano lo scarico per poi riprendere gli allenamenti in funzione degli impegni istituzionali, fosse fondamentale. Caso vuole che chi vince ‘solo’ l’ultima gara, sia poi punto fermo delle convocazioni agli Europei e Mondiali. Fin qui nulla di che meravigliarsi poiché rivedendo la storia di questi ultimi sei anni non si evidenzia alcuna anomalia. Per quanti sforzi faccia non mi è dato di capire quali siano i criteri impiegati per le convocazioni. A questo punto devo dedurne che non se ne segua nessuno, se non uno personalistico, visto che non è convocato nemmeno il Campione italiano o il primo del ranking nazionale. Allora, ho pensato: vengono presi in valutazione tutti i risultati dell’anno. No neppure questo criterio viene seguito. Infatti, c’è chi si è classificato secondo alla prima prova Cadetti di ottobre, quella dove i risultati li fa chi si allena con la nazionale per tutto il mese di agosto, come ‘gradito’ ospite, per poi riemergere nuovamente a Gennaio. Non mi si dica: "ma alla fine ha avuto ragione il responsabile d’arma perché hanno vinto la gara a squadre".

E’ arcinoto come la scherma sia uno sport in cui sicurezza e fiducia in se stessi rappresentino elementi fondamentali per l’equilibrio psico-fisico di un giovane atleta. Voglio dire che non a tutti vengono date le stesse possibilità, per cui chi non orbita in un certo cerchio avrà sempre mille difficoltà ad emergere e ciò che ho potuto capire è che con la certezza di convocazioni i risultati alla fine arrivano quasi sempre. Mi preme comunque ricordare che la storia degli ultimi 6/7 anni ci dice di successi effimeri e di inevitabili fallimenti, imputabili certamente a scelte poco lungimiranti e qualche(!?) volta di parte.

Per quanto riguarda le medaglie conquistate agli europei è oggi facile affermare che le scelte si sono rivelate giuste, ma mi domando: ”se fossero stati convocati quelli che, sulla base del ranking nazionale, meritavano come si sarebbero comportati? Avrebbero vinto? Voglio dire che con “il senno di poi” siamo tutti bravi.

Veniamo alla categoria Giovani. Qui il metodo Cencelli sembra aver raggiunto l’apice. Infatti, in questo caso il n°1 del ranking nazionale è stato convocato e poco importa se si allena ed è allievo di un certo maestro poiché la convocazione se l’è meritata e poco importa, ancora, se a livello internazionale i risultati latitano (in questo caso vale il Ranking nazionale), lo stesso rinuncia alla convocazione per gli Europei i cui motivi sono sconosciuti. A Maribor, quindi, va un altro atleta che però sia in Coppa, ad Udine, che ai Mondiali, in Uzbekistan, ritorna ad essere la riserva. Si potrebbe dire che agli Europei la gara individuale la fanno in 4 ai mondiali in 3. E se così fosse andrebbero i 3 della prima scelta. Invece no. Rispunta il n°1 del ranking nazionale che viene inserito tra i 3. Quindi dei 4 degli europei, per la prova individuale, rimangono a casa in 2. Ora sicuramente con l’aiuto della “buona stella” ci potrebbe scappare il risultato. Ci vorrà proprio la “buona stella” perché il ragazzo al 2° anno nella categoria Giovani, non raggiunge una finale internazionale da tempo immemore, pur partecipando alle gare internazionali per tutta la stagione da convocato.

Alla lunga continuando a fare le gare a spese federali qualche risultato dovrà pur arrivare. Proviamo a vedere se andando a spese proprie succede la stessa cosa. Mi è incomprensibile capire il perché di tante convocazioni pur in presenza di esiti che al momento vedono l’atleta finire le gare tra il primo ed il secondo turno e poi viene convocato per i Mondiali.

Ora non mi si dirà che la F.I.S. corrisponde un lauto compenso a chi ha la responsabilità di fare delle scelte, ebbene se fosse così non avrei nulla da ridire, ma la realtà è che chi fa le convocazioni troppo spesso guarda il proprio orticello, cercando di curarlo meglio di altri.

Concludo con una domanda sul Bilancio: se i settori tecnici hanno tutti lo stesso budget, come mai un CT riesce a moltiplicare i pani ed i pesci? Siamo forse di fronte ad un altro Messia? O si tratta di un bravo prestigiatore? Sembrerebbe (nessuno lo ha smentito sul Blog) che si siano spesi 30mila euro per una trasferta in Cina, che si facciano allenamenti con attività extra schermistiche ed infine che si riesca a convocare un maggior numero di atleti alle gare internazionali, cosa assai complicata per gli altri CT. Sono indotta a forse pensare che la Dirigenza trovi risorse aggiuntive per coprire eventuali buchi.

Per tornare al metodo Cencelli ed alle risorse finanziarie a disposizione, rilevo che la sua massima espressione l’avverto nella gara a Squadre sperimentale Cadetti, che si svolgerà al mondiale in Uzbekistan. Infatti, se Fioretto e Sciabola prevedono di dare i nomi degli atleti dopo la prova individuale, il CT della spada porta le riserve in Italia fino in Uzbekistan per far fare loro, la sola prova sperimentale.

A mio avviso, ritengo che la F.I.S. sostenga tali decisioni in quanto favoriscono la politica degli equilibri (Cencelli). Se così fosse sarebbero chiare tante scelte che vedono accontentati tutti. All’europeo U20 si chiama la riserva, poi si cambia, poi al mondiale U17 si chiama un atleta per ‘tranquillizzare’ quella Società che vanta 3 atleti tra i primi 3 del ranking, ma nessuno convocato e via di questo passo.

Perché non essere chiari? Invece di invadere il complicato sito federale di comunicati autocelebrativi, si potrebbero pubblicare i budget dei singoli CT, le relazioni che gli stessi presentano o dovrebbero presentare al Consiglio per le scelte tecniche fatte ed i criteri di valutazione ad inizio anno agonistico? E’ chiedere troppo?
Bianca IANNUZZI

22 marzo 2015

G.P.G. a BRESSANONE: lettera di un genitore

Scherma, adesioni da record per il ‘Trofeo dell’amore’ di Terni: 368 gli atleti in pedanaRicevo e pubblico volentieri l'accorato appello del Dr. IPPOLITI, rivolto al Presidente F.I.S. tramite il Dott. CARUSO.
"Egr. dott. Caruso,
seguo con molto entusiasmo la scherma come ex atleta (di altra disciplina) e come genitore di due giovani atlete.
Voglio però trasmettere, tramite Lei, al Presidente Federale, la difficoltà a far partecipare le bambine alla gara di Bressanone, un'infelice location per il periodo di alta stagione, per il week end della Domenica delle Palme, per i prezzi molto alti di hotel e ristoranti, per la notevole distanza da Salerno, conciliata con impegni di lavoro e di famiglia, immagino le difficoltà di chi abita in regioni più a sud della nostra.
Per categorie in cui devono obbligatoriamente spostarsi le famiglie, sarebbe auspicabile che le gare si svolgano in città con una ricettività più ampia e possibilmente equidistanti tra aree settentrionali e meridionali.
Grazie, cordiali saluti
Almerico Ippoliti
"
Egr. Dr. IPPOLITI, le Sue difficoltà appartegono a tutti quei genitori che con grandi sacrifici, soprattutto in questo periodo, scelgono la scherma quale sport per i propri figli e mi rammarico fortemente per la sordità di chi ha orecchie per ascoltare e non vuole sentirci. Vedrà, nella stesura del calendario gare per l'annata agonistica 2015-2016 troverà molte cose cambiate ed il motivo è semplicissimo: si avvicinano le elezioni ed il Presidente vorra candidarsi per il 4° mandato, quindi se vuole ottenere la rielezione dovrà tenere conto del disagio dei genitori, delle società, dei tecnici e degli atleti, che tutti insieme sono la prima linfa vitale per il movimento schermistico.
Ezio RINALDI

19 marzo 2015

SCIABOLA: che mal di pancia!


Risultati immagini per sciabolaNella tre giorni Ariccina – 13/15.03.2015 - e con l’organizzazione a cura dell’A.S. Frascati, si è svolta la Seconda prova dei Campionati Italiani Giovani. Al termine della seconda giornata – 14.03.2015 – alle ore 19,00 circa si è tenuta la riunione degli Stati Maggiori della Sciabola e mai titolo fu più pregnante: la Federazione aveva infatti la necessità di fare il punto sulla situazione e rispondere alle richieste giunte da molti Maestri, in relazione ad alcune criticità rilevate nell'ambiente. Non sono stato presente personalmente al consesso ma, il giorno dopo nel parterre del Palaghiaccio, ho raccolto i pensieri di alcuni partecipanti, i quali sono stati prodighi di informazioni ritendo che le criticità del settore se risolte, potranno rafforzare il ramo sciabola, viceversa se saranno semplicemente riconosciute, senza risoluzione, porteranno a conseguenze disastrose sul lungo periodo.

Al meeting erano presenti il Presedente F.I.S. – Giorgio SCARSO - Consiglieri federali, il CT della sciabola ed il Segretario Generale della F.I.S.

Nel corso della riunione sono emersi con prepotenza due argomenti su tutti gli altri:
1. La necessità di migliorare il settore arbitrale, rendendo gli arbitri figure di "alta professionalità" ed evitando che quegli stessi arbitri pratichino anche attività magistrale nelle sale, cosa che a molti appare come un evidente conflitto d'interessi;
2. La migrazione degli atleti più forti in una sola Società, assai vicina al centro di allenamento federale.
Il primo a prendere la parola è stato il Presidente del Club Scherma Torino Mario VECCHIONE: con un intervento puntuale e mirato, ha evidenziato le conseguenze negative di un tale accentramento di atleti fortissimi tutti in una sola Società e il conseguente depauperamento delle altre realtà italiane. La maggioranza degli intervenuti si è espressa in tal senso: in particolare il M° Vincenzo CASTRUCCI, il M° Alberto COLTORTI, il Consigliere CAFIERO, il Consigliere BURATTI e l'intervento conclusivo del M° Nicola ZANOTTI.

Essi pur ritenendo fisiologico il passaggio di atleti da un maestro ad un altro, hanno rilevato la "patologia" della scelta di tutti i più forti atleti di trasferirsi presso un unico Club.

Fuori dal coro le voci di PARAGALLO e del presidente del Club Scherma San Severo STARACE, più orientati a non riconoscere il problema Sciabola, nell'ottica dei trasferimenti di atleti.

I miei interlocutori hanno posto in evidenza la disponibilità del Presidente ad ascoltare le lamentele di chi sottolineava le problematiche del settore sciabola, mentre l’intervento del Consigliere PASTORE è stato ritenuto deludente poiché ha affermato che, secondo la sua visione ed esperienza, sia normale il cambio di Maestro per un atleta di vertice. Gli ha controbattuto il Maestro Gianni CASTRUCCI, sottolineando che bisognerebbe poi verificare quanti atleti abbiano effettivamente beneficiato del cambio di Società e Maestro, migliorando i propri risultati.

Mi è stato fatto rilevare che la ricerca dell'eccellenza da parte del singolo atleta deve essere tutelata, ma se pure sembra giustificabile il passaggio di chi si trova a crescere in Società davvero piccole e con numeri che non consentono di aspirare a posizioni di prestigio, appare più peculiare quando il cambio avviene con passaggi da Società di altissimo livello e con numeri adeguati.

Il Presidente del Club di scherma Torino ha inviato un invito a tutti i Presidenti di Società per un convegno sul tema, da tenersi nei prossimi campionati italiani, di previsto svolgimento a Torino. Ha, peraltro, pubblicato sul sito del Club (www.clubschermatorino.it) una relazione piuttosto dura, che mi sento di condividere, e qui la politica non c’entra niente. Bene ha fatto nel suo invito a precisare che non è in programma la costituzione di cordate varie poiché stiamo parlando di Ragazzi, di lavoro e di studio, quindi tutti, e dico tutti, mettendo da parte campanilismi, acrimonie, dissensi e quant’altro, dobbiamo avere l’interesse a migliorare il settore.

I partecipanti al simposio hanno consegnato alcune proposte, in particolar modo il Presidente VECCHIONE, al Segretario generale CANNELLA, auspicando un generale "brain storming" che consenta di trovare soluzioni concrete.

Nel corso della serata è stato chiamato a rispondere a queste domande anche lo stesso CT della Nazionale, Giovanni SIROVICH, il quale ha affermato che per lui il settore sta crescendo e non vi sono particolari criticità.

Il Presidente federale ritiene che l’onda lunga della semina deve ancora arrivare e per il futuro è ottimista.

Speriamo bene!
Ezio RINALDI

17 marzo 2015

INFORTUNI/INCIDENTI nella scherma


https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTWltAn3UAQiZuLONiQxZm75jOJQs9wEF5PSZxTgksNZZ8P4EuUIl post pubblicato sul blog, dal titolo “Lame normali o maraging” mi ha indotto una piccola riflessione occasionata da quanto dichiarato, nel corso di un intervista televisiva https://www.youtube.com/watch?v=RZvoziI1nwk   da due  tecnici del Club Scherma Palermo, in merito all’assoluto livello di sicurezza che questo sport garantirebbe agli atleti.

La dichiarazione, resa su sollecitazione dell’intervistatore,  si è soffermata sulla considerazione che, “tra legenda e realtà”, l’incidente occorso nel 1982, al sovietico Vladimir SMIRNOV, costituirebbe  l’unico episodio registrato dallo sport schermistico, omettendo di ricordare i drammatici eventi, ugualmente eclatanti, che hanno segnato la morte di Rene' MONAL nel ’37, Daniel GREGERSEN nel ’84, Gilles MALET nel ’94, o quelli altrettanto gravi, fortunatamente  non funesti, occorsi a Philippe CONSCIENCE nel ’85 e a tanti altri atleti.

Ciò che però va rimarcato è il fatto della fuorviante rappresentazione che è stata offerta di questo sport come attività in cui non ci sarebbe modo di “farsi male”.

Una affermazione che appare eccessiva laddove si volessero seriamente considerare le effettive criticità.

E per far ciò, seppure  sarebbe agevole procedere dalla dichiarazione rilasciata da Margherita GRANBASSI che ha annunciato il suo definitivo ritiro dopo l'ennesimo infortunio al ginocchio, (già operato cinque volte), mi limiterò a citare l’esito di uno studio statistico sviluppato, nel 2009, da autorevoli esponenti della medicina ortopedica e dello sport, (BONOFAZI M., ROSSI S., VANNONI B)   i quali sono giunti alla conclusione che il rischio medio annuale d’infortunio schermistico sarebbe pari al 31,8%., con maggiore frequenza di distrazioni muscolari, distorsioni di caviglia, tendiniti rotule e achillee, a cui va certamente aggiunta quell’infinita serie di eventi traumatici che interessano la testa, il tronco e gli arti  come il trauma delle vertebre sacrali da schiacciamento o caduta, le fratture costali, l’epicondilite, la periartrite scapolo omerale, la lussazione della spalla, le contusioni e le lacero contusioni, le vescicole, le bolle, l’ipercheratosi, i traumi distorsivi del polso e della caviglia, la talalgia plantare, le contratture e i crampi, lo stiramento degli adduttori.

Pertanto, il volere circoscrivere il massimo rischio possibile ad una banale “storta al piede” mi sembra insolitamente riduttivo rispetto alla documentata esperienza medico-infortunistica, tanto più che ha sostenere tale assunto siano dei soggetti qualificatisi come tecnici di scherma.

Dato per assioma il fatto che un “assalto” non è paragonabile ad un incontro di scacchi, mi domando se non sia opportuno che vengano resi pubblici i dati infortunistici in possesso della FIS e della FIE o comunque che tali organismi si adoperino per la raccolta di tali dati al fine di pubblicare un documento informativo che renda edotti dei rischi specifici, prospettando nel contempo, ove scientificamente possibile, le soluzioni preventive

Antonello FILECCIA