30 maggio 2014

FIABE, BALLE E TASSE


http://www.statoquotidiano.it/wp-content/uploads/2013/07/Ipocrisia.jpg Sono trascorsi oltre sei mesi da quando, considerato il silenzio mantenuto dalla Federazione, insieme a mia moglie ho affidato a questo blog il compito di divulgare tutto quanto occorso in danno del Presidente di Sala d’armi Trinacria. Come i lettori avranno avuto modo di comprendere, si tratta di una storia di biasimevole irriconoscenza nei confronti di chi, avendo offerto conforto ed amicizia,  è stato ripagato con condotte molto poco nobili. Ma è anche, e soprattutto, la storia delle costanti abdicazioni dei vertici FIS a fronte delle molteplici segnalazioni pubblicate sul questo blog!

Non c’è dubbio che tale comportamento non stupisca più nessuno seppure sia abbastanza notorio che la politica dello struzzo  è indice di un implicito riconoscimento della propria inadeguatezza nel gestire vicende apparentemente semplici ma nei fatti complesse. Riflettere su come poter far passare la piena e rimanere indenni è un esercizio mentale abbastanza agevole; pensare invece a come esercitare il proprio ruolo con spirito di servizio e abnegazione, ponendosi al di sopra delle parti e restando garanti della trasparenza e della buona amministrazione, implica  un esercizio mentale un po’ più complesso; e non è sufficiente l’ambizione di vedere la propria fotografia pubblicata sui media  per conseguire risultati accettabili.

Dalle mie parti si dice spesso che non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire, e i vecchi adagi raramente sbagliano.

 Abbiamo assistito ad uno spettacolo desolante frutto del connubio tra silenzio e realtà dei fatti, di prese in giro e di dichiarazioni laconiche e improvvisate, ad un governo da pifferai magici che continuano a far finta che tutto vada bene,  che tutto si possa aggiustare e  che nessuno degli amici sarà lasciato solo.

Da qualche giorno, però, sembra che la Fis si sia risvegliata improvvisamente.

Poche ore dopo la pubblicazione dell’ultimo commento su questo blog, il segretario  Cannella si è ricordato di notificare un multa da 50 euro al presidente di Sala d’armi Trinacria per omessa comunicazione di mancata partecipazione alle prove del GPG di Riccione 2014 da parte di un atleta già iscritta alle gare. Ovviamente l’importo della sanzione è stato condiviso fra tutti gli associati di Sala d’Armi Trinacria e non c’è dubbio che la sanzione sia stata regolarmente applicata.  Tutto qui ci si domanderà? No, c’è dell’altro.

Desta  non poco stupore  il fatto che il Cannella, o chi per lui o per conto della federazione, si sia accorto solo in questo particolare momento di tale manchevolezza, a distanza di  venticinque giorni, mentre in passato, per circostanze analoghe, non si è fatto altrettanto.

I responsabili Fis, ad esempio, non hanno  mostrato eguale solerzia nell’applicazione dei regolamenti nel 2013 quando, appena affiliata Accademia Scherma Palermo, l’allora maestro affiliante di Sala D’Armi Trinacria, Gianfranco Antero, con una precisione cronologica da primato, ha deciso improvvisamente di dimettersi lasciando  il presidente di Sala D’armi Trinacria  in grave difficoltà.  Non è inutile ricordare che il m° Antero, (al pari della Rosa Inzirillo per Accademia Scherma Palermo),  aveva fatto solo da prestanome  per consentire l’affiliazione di Sala D’armi Trinacria e rendere un  personale favore al presidente del GSA Pietro Ingargiola, consentendogli di svolgervi clandestinamente l’attività di maestro ben remunerato in nero.

Curiosamente, però, nonostante gli organi Federali fossero  consapevoli che Sala d’Armi Trinacria,  ormai ufficialmente priva di maestro, dovesse regolarizzare la propria posizione, le hanno consentito di esercitare l’attività senza nulla osservare, ammettendola regolarmente alla gare ufficiali sia regionali che nazionali! E’ certo, allora, che a quel tempo, qualcuno della FIS avrà voluto che Sala D’armi Trinacria passasse indenne nonostante la rilevante menomazione organizzativa che aveva subito suo malgrado. Diversamente dovremmo ammettere che presso la Federazione Italiana Scherma  è possibile affiliarsi o riaffiliarsi ed esercitare attività agonistica senza bisogno di avere un tecnico sia pure di facciata.

Inoltre, nessuna remora sembra avere avuto il Cannella nel non portare a termine l’incarico  assegnatogli dal Consiglio Federale, ovvero quello di accertare i fatti relativi alla nota vicenda dell’Istruttore  Rosa Inzirillo. Che fine hanno fatto le verifiche che avrebbe dovuto condurre con massima attenzione e puntualità presso l’organo territoriale? E se questo era l’incarico conferitogli dagli illustrissimi Consiglieri Federali, così come dallo stesso Cannella  ufficialmente comunicato, perché la vicenda ha visto protagonisti il presidente del Consiglio Regionale Sicilia, Manzoni, e il suo segretario, Torregrossa,  in funzione di ambasciatori impegnati nel  tentativo di silenziare l’intera vicenda al prezzo scontato di una stretta di mano? Sarà stato forse per evitare negative refluenze  sull’immagine della  federazione e del suo Presidente Siciliano? A tali conclusioni non posso non giungere sia perché tale finalità è stata espressamente manifestata dai due rappresentanti locali sia perché sono trascorsi sei mesi, (certamente troppi), e nessuna notizia sull’esito di quelle indagini è stato fornito dal Cannella che con tale omissione ha  tradito perfino l’impegno formalmente assunto il 18 dicembre u.s.

Può darsi, tuttavia, che essendo la Sicilia una regione a Statuto Speciale per essa non valgano le regole che la FIS impone nel resto del  paese!

O è piuttosto vero che nella vita ci si imbatte in tante ipocrisie mascherate da verità, anche se oramai ho una certa età e l’esperienza mi ha insegnato a distinguere.

L’ipocrisia è il peggiore di tutti i vizi, quello che il Cristo Signore deprecava con massima determinazione.

Ma sono trascorsi 2000 anni e qualcosa è cambiato. Gli appelli di Nostro Signore riguardavano la l’incoerenza tra il predicare bene e il razzolare male. Ritengo che nessuno oggi creda che un tale invito possa trovare ascolto negli odierni destinatari. Sarebbe comunque auspicabile che fossero almeno coerenti  nelle azioni e nel pensiero.

 Saluti

 Antonello Fileccia

25 maggio 2014

OPERAZIONE SCHERMA PULITA


L’abbiamo battezzata “operazione scherma pulita” e siamo partiti lancia in resta, ciascuno con le proprie convinzioni e i propri progetti non partecipati, e poi ci siamo persi per strada.
Tra il 20 e il 30 novembre 2012, un gruppo di persone tra cui io, mio marito, il sig. Pietro Ingargiola e sua moglie Anna Sciortino, assunse l’iniziativa di costituire un’associazione sportiva dilettantistica nella quale l'attuale Presidente del G.S.A. avrebbe svolto attività magistrale. Lo testimoniano le mail, i messaggi e tanti altri documenti che ancora conservo, con cui ci siamo scambiati pareri, opinioni e consigli sul modo migliore di costituirla, sul ruolo dei consiglieri, sul logo e su tanti altri piccoli particolari.
Ma quando si parte con il piede sbagliato è difficile tenere il passo.
A dispetto del titolo ridondante, l’operazione nacque sulla scorta di una serie di informazioni errate forniteci dal sig. Ingargiola che mettevano in dubbio l’onestà e la lealtà del Presidente di Sala d’armi Trinacria; informazioni apparentemente confermate  da un documento che aveva ottenuto da “qualcuno” all’interno della Fis, dichiaratamente violando le disposizioni del d. lgs. n. 196/2003.
Eppure, come sempre accade, ognuno di noi ritiene di essere un Raskol'nikov o un Valentino, autorizzato, lui solo, a violare le regole che gli sono d’intralcio perché “il fine giustifica il mezzo e noi siamo quelli che se sbagliano lo fanno per giustizia, e quindi poco importa se infrangiamo le regole, non siamo mai dalla parte del torto, noi siamo gli onesti”. Così nessuno di noi, allora, si scandalizzò del fatto che il presidente del GSA avesse violato la legge e andammo avanti dritti alla meta verso il traguardo: Accademia Scherma Palermo a.s.d.
L’associazione fu costituita il 2 dicembre 2012 alle ore 19,00 presso il mio studio professionale. Il consiglio direttivo contava undici componenti uno dei quali, in quel momento ancora in carica come vicepresidente di Sala d’armi Trinacria.
Solo che, quando si fonda un’associazione sportiva occorre che ci siano anche gli atleti, e noi gli atleti non li avevamo. O meglio, nella nostra mente c’erano: erano  gli atleti di Sala d’armi Trinacria, che, eravamo assolutamente certi, ci saremmo presi tutti.
Ma la burocrazia non sempre va d’accordo con l’immaginazione e, a dispetto delle nostre aspettative, per affiliarci dovevamo tesserare dieci atleti non sottratti ad alcuna altra associazione. Quindi bussammo alla porta di amici e parenti per avere dieci nomi da inserire nel modello “R”. Alcuni di costoro non li ho mai visti in vita mia, non so neppure se abbiano mai indossato un paio di scarpette sportive, e quale sport preferissero, ma hanno sottoscritto il modello e solo questo contava allora.
Trovati gli atleti, occorreva ancora il Tecnico affiliante.
Il  maestro sarebbe stato Pietro Ingargiola, ma essendo Presidente del GSA gli era inibito figurare ai sensi degli artt. 60 Statuto federale, 83 e 84 NRO e 8 del Codice deontologico del Gruppo Arbitrale. Quindi  serviva un amico che gli facesse da prestanome.
Ma poiché il M° Ingargiola non sapeva ancora chi dovesse fargli questo favore, ci disse, per guadagnare tempo, di spedire una copia del modello “A” non compilata e priva di allegati al presidente del Comitato Regionale Sicilia il quale lo avrebbe firmato “in fiducia” e rimandato indietro.
E  così fu fatto.
Il 12 dicembre 2012 il modello “A” bianco in tutte le sue parti salvo che nello spazio dedicato al timbro e alla firma del Presidente CRS “per attestazione dei requisiti di affiliazione”, arrivò all’indirizzo del Presidente di Accademia Scherma Sicilia che, raggiante di gioia, me lo consegnò.
Quattro giorni dopo, Pietro Ingargiola inoltrò al mio indirizzo di posta elettronica un’email ricevuta da Giuseppe Bucca con allegata la fotocopia del documento d’identità dell’allora Istruttore nazionale Rosa Inzirillo. Il documento serviva a dimostrarci che la sig.ra Inzirillo, che non conoscevamo, era realmente d’accordo a figurare quale tecnico affiliante per l’associazione.
Così il nome di Rosa Inzirillo fu inserito nel modello “A” già sottoscritto dal Presidente Manzone.
Il 18 dicembre il modello fu spedito in Federazione per l’affiliazione, compilato e sottoscritto dal Presidente di Accademia Scherma Palermo e corredato degli allegati,.
Durante tutto questo tempo Pietro Ingargiola continuava a svolgere attività magistrale a titolo oneroso presso Sala d’armi Trinacria e lì avvicinava gli allievi più fidati per convincerli a lasciare la società di appartenenza e aggregarsi ad Accademia. E, allo stesso modo, ciascuno di noi provava a convincere quei genitori con cui aveva maggiore confidenza.
Il 21 dicembre, nella bruttissima serata in cui, in maniera vile e confusa, dicemmo addio al Presidente di Sala d’armi Trinacria, eravamo riusciti a portarne via soltanto una trentina su cinquantaquattro. Gli altri sono rimasti lì, alcuni ben felici di aver perso il maestro che non amavano, altri perché non ne hanno apprezzato il comportamento finale.
Il 14 gennaio 2013 Accademia Scherma Palermo divenne un’associazione affiliata alla Federazione Italiana Scherma pur non avendone i requisiti.
L’operazione scherma pulita era giunta al termine, un po’ più sudicia di quando era partita.
Esattamente due mesi dopo io e mio marito abbiamo receduto da Accademia e ci siamo dimessi dal consiglio direttivo. Non riuscivamo più a conciliare la nostra coscienza con la cd. operazione scherma pulita. Avendo scoperto l’erroneità delle informazioni ricevute all’inizio ritenevamo che fosse doveroso ammettere gli errori commessi e porvi rimedio, ma non trovando più alcuna comunione d’intenti con gli altri che non intendevano accertare una verità diversa da quella che fino a quel momento avevano condiviso, siamo andati via impegnandoci a fare tutto il possibile per aiutare a rimettere in sesto la società che avevamo contribuito a danneggiare gravemente.
Al ritorno dell’estate, purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto del fatto che l’operazione scherma pulita non era mai stata abbandonata. Ancora una volta si era tentato di mettere in cattiva luce il presidente di Sala d’armi Trinacria attribuendogli comportamenti sostanzialmente scorretti. Anche questo era falso. Abbiamo, quindi deciso, per porre fine a questo stillicidio, di chiedere chiarimenti in Federazione.
La Federazione ha fornito una breve risposta, di cui è stata data notizia il 16 gennaio 2014 su questo blog, con cui affermava di non avere rilevato alcuna irregolarità ad eccezione della questione relativa al tecnico affiliante per la quale era stato dato incarico al CRS Sicilia di svolgere accertamenti.  E tuttavia, il 19 gennaio durante la 2° gara regionale g.p.g., il presidente e il segretario del CRS Sicilia, per conto della Federazione,  hanno chiesto a me e mio marito e, qualche giorno dopo anche al presidente di sala d’armi Trinacria, di trovare il modo di mettere fine a questa vicenda delicatissima che, coinvolgendo organi federali, avrebbe messo in cattiva luce la Federazione.
Io ho risposto che volevo che fosse accertata e resa pubblica la verità dei fatti.
Ci è stato, invece, suggerito di “chiuderci in una stanza con Pietro Ingargiola e con il Presidente di Sala d’armi Trinacria e chiarirci”, poi io avrei dovuto scrivere una lettera nella quale dicevo che  tutto era a chiarito.
Ovviamente non c’è stato alcun incontro e io non ho scritto la lettera richiesta.
E come avrei potuto? Sono convinta, infatti, che niente sia a posto, che molto di male sia stato fatto, che siano state violate troppe regole, che troppe se ne continuino a violare.
Sicuramente c'è stato un esercizio non corretto dei poteri di natura di natura pubblicistica assegnati alla Federazione.
Come tutti sanno, infatti, l’affiliazione, vale a dire il riconoscimento delle società che intendono organizzare attività di sport all’interno dell’ordinamento sportivo, è un’attività che la Federazione svolge su delega del CONI.
Si tratta, cioè, di un’attività finalizzata alla realizzazione di interessi fondamentali ed istituzionali dell'attività sportiva, di natura pubblicistica, che la Federazione compie quale organo del C.O.N.I.
Sicché la sussistenza dei requisiti per l’affiliazione vale quale presupposto per l’esercizio di un potere pubblico.
Per mia esperienza diretta posso dire che non c’è stata alcuna verifica circa la sussistenza dei requisiti di affiliazione. Noi abbiamo tesserato atleti che non hanno mai inteso praticare la scherma, non abbiamo indicato alcun tecnico, non avevamo neppure i locali dove svolgere attività e, ciò nonostante, il modello “A” è stato sottoscritto dal Presidente del CRS Sicilia il quale, ripeto, lo ha sottoscritto in bianco.
Né, poi, tale lacuna è stata sanata. Il tecnico affiliante indicato ex post, non ha mai messo piede in Accademia Scherma Palermo.
Quando, lo scorso 19 gennaio, ho ricordato questi fatti al Presidente Manzoni, lui mi ha risposto che era stato un comportamento normale, che si fa sempre così.
Non sono d’accordo, credo che si tratti di una prassi contra legem, ammesso che di prassi si tratti, dato che ho sentito dire di società siciliane che avrebbero atteso fino ad un anno le dovute verifiche.
Penso quindi che sia giunto il momento in cui la Federazione debba davvero prendere in esame la possibilità di verificare seriamente se sono state commesse irregolarità.
Credo sia giunto il momento di mettere da parte la “ragion di stato”.
Credo che la scherma italiana, i suoi campioni, tutti gli atleti, i tesserati, quelli che con sudore ogni giorno tirano avanti senza poter contare sulle amicizie, e tutti i cittadini italiani che con le loro tasse pagano i contributi percepiti dal Coni e dalle Federazioni sportive, abbiano diritto a che sia fatta chiarezza.
Credo che il Presidente federale non possa più esimersi dall’intervenire e  assumere una posizione chiara e precisa sul merito dei fatti segnalati; diversamente sarebbe quanto meno opportuno che rassegnasse le proprie dimissioni.
Paola Puglisi

20 maggio 2014

DIAMOCI UNA REGOLATA


http://www.fontriver.com/i/fonts/sportive/sportive_specimen.jpgMi è stato segnalato l’articolo che segue e che pubblico su Piazza della scherma in quanto è argomento, in questo momento, molto sentito, scritto da Gualtiero Becchetti sul suo blog. Al di la del fatto che l’autore è principalmente interessato al pugilato, il pezzo pone in evidenza l’importanza di una regolamentazione sulla gestione dello sport nella sua interezza, cioè sport svolto da club civili e dai Gruppi Sportivi in divisa.

Sull’argomento mi sono già espresso, affermando che i tempi sono maturi per una seria riforma del settore ed auspico l’apertura di un franco dibattito, dal quale emergano proposte interessanti, tenendo sempre conto delle varie realta e dai fini che esse si pongono.



Rai 3, nella trasmissione “Report” del 5 maggio condotta da Milena Gabbanelli, incentrata sugli scandali eclatanti e nascosti (…più o meno) che si annidano nelle federazioni sportive, non ha svelato grandi novità. Non c’è infatti persona in Italia che non abbia sentore delle nefandezze che si celano in un settore che dovrebbe invece offrire un contributo fondamentale all’educazione e alla salute dei cittadini, bambini e adolescenti per primi.

A sua volta, lo scorso 14 gennaio sul suo blog, Dario Torromeo ha parlato dello sport e dei corpi militari; alle ultime Olimpiadi di Londra, su 290 atleti azzurri ben 194 indossavano una divisa (il 67%!) e TUTTE le medaglie d’oro sono arrivate per merito loro. Praticamente come la DDR e l’URSS di alcuni decenni orsono. Quindi, i 2500 tra atleti, tecnici e dirigenti che operano all’interno di suddetti corpi, ottengono grandi risultati. Su questo non ci piove, ma viene spontaneo dire: “Ci mancherebbe che ciò non accadesse!”. Certo, perché con il reclutamento dei migliori italiani di ciascuna disciplina agonistica mediante la prospettiva di uno stipendio sicuro, che diventano quasi sempre tre “abbondanti” (allo statale, si sommano pure quello della rispettiva federazione e il contributo Coni riservato ai probabili “medagliati”, con l’aggiunta dei premi per i risultati conseguiti), la disponibilità di strutture adeguate, tempo in abbondanza per allenamenti, ritiri, stage, ecc…beh, non è poi così difficile ottenere risultati, almeno rispetto ai semplici “figli” di piccole società, dirette e allenate da volontari costretti a strappare ogni minimo alloro con tanto sudore e con le tasche vuote.

Nel pugilato, ad esempio, agli ultimi Mondiali non c’era un solo atleta (nemmeno uno!), che non appartenesse ad una squadra militare. E’ normale tutto ciò? No, sia che si guardi al passato della rappresentativa azzurra, sia che si confronti tale realtà con quella degli altri paesi evoluti. Inoltre, la Fpi (come tutte le altre federazioni), riversa sui potenziali “medagliati” la stragrande parte delle risorse ricevute dal Coni, cioè denaro pubblico, creando così un minuscolo circolo di “eletti” e una vasta base di “esclusi”, però con un’eclatante contraddizione: coloro che diventano componenti del circolo degli “eletti” sono “creati” proprio dalla trascurata base degli “esclusi”, dal momento che vengono prescelti solo DOPO che hanno dimostrato il loro valore e non PRIMA! In poche parole, l’avviamento allo sport e successivamente all’agonismo, ma soprattutto la selezione dei migliori, avviene per ESCLUSIVO merito delle società periferiche, sulle cui fragilissime spalle pesa di fatto l’esistenza stessa dello sport nel nostro Paese. E’ una follia totale, perché se un brutto giorno i volontari delle varie discipline decidessero di non aprire più le strutture che a proprie spese accolgono bambini, giovani e anziani, si andrebbe incontro ad un vero e proprio disastro sociale. Senza calcio, basket, pallavolo, atletica, boxe, nuoto, ecc., non resterebbe che la play station…
Per non parlare di un altro aspetto negativo. I “professionisti” di Stato di tutti gli sport, sia per la loro forza intrinseca (comprovata dal solo fatto di essere stati arruolati) , sia per i vantaggi sopra ricordati, con il passare del tempo allargano una “forbice” incolmabile rispetto agli altri per cui, almeno in Italia, i primi continuano a vincere con sempre maggiore facilità e i secondi “mollano”, non avendo prospettive reali di emergere e così ci si trova poi a dover fare i conti con Nazionali attempate e con “ricambi” lontanissimi dal livello dei titolari…Ai campionati italiani di pugilato, ad esempio, atleti con 10/15 anni di carriera e Olimpiadi, Europei e Mondiali alle spalle possono battersi con ragazzi che svolgono la loro saltuaria attività quando e come possono. Grottesco. Ma la musica è uguale in qualsiasi settore agonistico: o un giovane può e ha voglia di fare l’atleta a tempo pieno con l’escamotage di una divisa militare oppure, per frequentare i ritiri della Nazionale, non deve lavorare o frequentare la scuola, altrimenti dallo sport ad alto livello é FUORI!
E a livello politico-elettorale? Si sa che le squadre che hanno ottenuto i maggiori risultati (titoli italiani, europei e olimpici) moltiplicano i propri voti e quindi diventano determinanti per l’elezione di presidenti e consiglieri federali. E quali sono detti club?…I mercanteggiamenti, le pressioni, le intromissioni politiche, gli scambi di favori, assumono allora i toni di un “crescendo rossiniano” ed è facile immaginare come va a finire. Facilissimo…

Che fare? Tanto per cominciare il Coni, dopo avere acceso ogni mattina ceri di ringraziamento ai gruppi militari per le medaglie che gli portano in dote, dovrebbe però subito dopo impegnarsi affinché TUTTI gli atleti possano conseguire risultati importanti, senza dovere essere costretti o ad arruolarsi o a trascurare lavoro e scuola. Il Coni e le federazioni dirigono l’attività sportiva nazionale e internazionale, possiedono strutture pagate con le tasse della gente comune e quindi devono assicurare, pure in quest’Italia cialtrona e sfiduciata, un CONTROLLO ATTENTISSIMO sull’utilizzo delle risorse e le PARI opportunità per tutti gli atleti. TUTTI. Ogni euro sprecato-rubato-occultato è infatti sottratto incontestabilmente alla comunità.

Nessuno dimentica gli impianti sportivi iniziati e mai finiti e i saccheggi che hanno accompagnato quasi regolarmente le grandi manifestazioni internazionali svoltesi in Italia, gli stipendi da nababbi distribuiti tra amici, amici degli amici e parenti vicini e lontani… Persino dalle casse di una federazione di non grandi “numeri” come la Fpi sono sparite 5 anni fa “carriolate” di euro eppure NESSUNO è mai stato chiamato a giustificare almeno il mancato controllo, cioè il minimo, ma proprio il minimo richiesto a chi appoggia il sedere su una poltrona e non si dimentichi che anche in molte altre federazioni si sono riscontrate gravissime irregolarità amministrative. Pure in questo 2014, nonostante la crisi, il Coni concederà alla federazioni 150 milioni 462.684 euro (dei quali 62 milioni 541.620 se li metterà in tasca il Calcio), mentre una fetta ingentissima di denaro pubblico servirà invece per l’autoalimentazione dell’apparato, composto da uno stuolo di dipendenti con normali retribuzioni, ma anche da personaggi che si portano a casa centinaia di migliaia di euro all’anno, alla faccia delle palestre fatiscenti o inesistenti, delle associazioni dilettantistiche allo stremo e dei volontari che per nutrire la loro passione e quella degli utenti devono rompere il salvadanaio di famiglia….

Il discorso sarebbe lunghissimo e le mie parole non contano nulla, come succede quasi sempre per qualsiasi persona comune; però contano i bla-bla-bla vuoti, infiniti e ripetitivi, che alla fine lasciano tutto sempre uguale a se stesso e i risultati si vedono… Sarebbe ora che lo Stato, il quale predica sacrifici al prossimo, desse un’occhiata seria alle strutture sportive esistenti, agli eventuali sprechi, ai viaggi, al numero dei dirigenti, dei tecnici, dei “distaccati” perché il tutto grava sulle spalle dei cittadini e non su quello di Babbo Natale, a partire persino dalle spese dovute alle forze dell’ordine preposte ogni domenica al presidio degli stadi di calcio, magari lasciando campo quasi libero, in quelle ore, alla delinquenza da “strada”!

Sarebbe bello contare su squadre nazionali e gruppi militari non quasi sovrapponibili, come oggi, ma con funzioni e organizzazione diverse, decentrate, coscienti del fatto di essere, nel bene e nel male, nell’ Italia del 2014 e non in quella degli anni ‘50. Le prime magari consapevoli che i lunghi e periodici ritiri sono sorpassati; che le figure dei tecnici “maghi” non esistono, ma esistono quelle dei silenziosi e laboriosi allenatori di società; che gli atleti azzurri non sono nati sotto i cavoli, ma in piccole associazioni meritevoli di ben altro sostegno; i secondi, i gruppi militari, svolgerebbero dal canto loro un compito assai più educativo e utile se non fossero di fatto al di sopra e al di fuori delle altre società, ma essi stessi votati a creare talenti e non solo a prendersi i migliori, anche se con i tagli ai bilanci, é sempre più ristretto e selettivo il “manipolo” che possono conglobare nelle proprie fila . Ma soprattutto, sarebbe importante contare su una realtà sportiva organizzata in maniera diversa, che non obblighi i giovani a dovere fare la scelta scuola-Nazionale o lavoro-Nazionale. Se ciò accadesse, forse finirebbe la “sotterranea” ma fastidiosa e dannosa contrapposizione che spesso oppone il mondo dello sport “per tutti” alle Nazionali e ai gruppi militari.

Un tempo, neppure troppo remoto, era così. Oggi è forse un’utopia…e forse, senza “forse”!

Gualtiero Becchetti”

 

11 maggio 2014

.......ERAVAMO QUATTRO AMICI AL BAR


Incompatibile: chi era costui?

Cari lettori di Piazza Scherma, procedo mutuando una celebre citazione di manzoniana memoria per tornare brevemente sulla questione del conflitto di interessi.

Il titolo di questo post mi è stato indirettamente suggerito dal maestro di scherma Gianfranco Antero che ha ricordato il noto brano musicale di Gino Paoli nel corso di una intervista mandata in onda sul web (http://youtu.be/WxYEMeKHq0k).
Fino ad oggi ho ritenuto che le ragioni per cui l’arbitro Emanuele Bucca non avrebbe mai dovuto e non dovrebbe mai presiedere gli assalti cui partecipano gli atleti della Mazara Scherma A.S.D.  risiedessero solo nel rapporto di  stretta parentela ed affinità che lo legano al il sig. Giuseppe Bucca e relativa moglie, Rosa Inzirillo, entrambi maestri e membri della succitata società, nonché nella sua qualità di sponsor della medesima associazione.

Ascoltando l’intervita rilasciata dal maestro Antero sembra, invece, che gli interessi dell’arbitro Bucca, rispetto alla Mazara Scherma a.s.d., siano ancora più diretti e sostanziali, considerato che egli si annovera, secondo quanto dichiarato dal suddetto maestro,  addirittura tra i soci di quella associazione.

            Tuttavia, fatta questa premessa, credo che per ragioni di equità, considerato quanto già deciso per l’associazione Accademia Scherma Palermo, nulla la Federazione possa contestare all’arbitro Bucca poiché, avendo il Presidente Giorgio Scarso  ritenuta lecita l’attività magistrale svolta dal presidente della commissione arbitrale, Pietro Ingargiola, presso Accademia Scherma Palermo, (società in cui persino la di lui moglie, Anna Sciortino, già delegato provinciale FIS, riveste un carica sociale oltre che quella di socio fondatore), lo stesso tipo di trattamento di favore dovrebbe essere assicurato anche all’arbitro Emanuele Bucca, nonostante gli stretti rapporti di parentela e societari da egli intrattenuti con gli altri componenti della Mazara Scherma A.S.D.

Ciò premesso, credo che per una gestione che volesse garantire la maggiore equità possibile fra tutte le società affiliate, almeno sotto l’aspetto arbitrale, la Federazione presieduta da Giorgio Scarso dovrebbe definitivamente abrogare la norma sul conflitto di interessi  per sostituirla con  la seguente disposizione normativa:

ARTICOLO UNICO

  1. OGNI  SOCIETA’  O ASSOCIAZIONE AFFILIATA F.I.S. HA DIRITTO DI AVVALERSI  DI  UN  PROPRIO  ARBITRO  DI  FIDUCIA  CHE  POSSA  GIUDICARE GLI  ASSALTI  CUI  PARTECIPANO  I  PROPRI  ATLETI.
Cordiali saluti

Antonello Fileccia

07 maggio 2014

51° GPG “NOSTINI” E LA MISURA DELLE REGOLE – parte II



(51° GPG "Renzo Nostini" - Trofeo "Kinder + Sport"
 –III GIORNATA Foto di Augusto Bizzi
Gent.mo Sig. Rinaldi,
nel mio ultimo post mi ero chiesta quale fosse la misura delle regole per la Federazione Italiana Scherma.
Ho ricevuto pubblicamente la risposta: NESSUNA.
Le regole dettate dalla F.i.s valgono meno che ZERO
E il loro scarsissimo valore non sta soltanto nella considerazione che ne hanno i tesserati ma anche, e soprattutto, in quella, risibile, che ne ha chi queste regole detta.
Mi spiego.
Nella pagina facebook della Federazione, tra le bellissime foto scattate da Augusto Bizzi, ve n’è una, pubblicata nell’album III giornata di gara dello scorso 2 maggio (foto 74 di 334), che ritrae il sig. Ruggero Forte con, in bella mostra sulla tasca dei jeans, il pass rosso per l’accesso al campo di gara dove ha assistito gli allievi e i ragazzi di Accademia Scherma Palermo (come mi è stato ulteriormente documentato da alcuni genitori di atleti ivi presenti).
Secondo quanto ufficializzato dalla Federazione, il sig. Forte ha superato gli esami per istruttore regionale soltanto il successivo 3 maggio, sicché la concessione del pass è avvenuta in assoluto spregio della regola dettata per “tutti gli altri”, secondo cui l’accesso al campo di gara sarebbe stato consentito soltanto a maestri ed istruttori nazionali e, in casi eccezionali, agli istruttori regionali per i quali l’associazione sportiva di appartenenza ne avesse fatto richiesta entro il termine perentorio del 23 aprile.
Devo ritenere, a questo punto,  che il Presidente e il Consiglio direttivo dell’a.s.d. Accademia Scherma Palermo abbiano ritenuto di potere superare questo ostacolo ottenendo, ancora una volta, la violazione delle regole in proprio favore come già da me documentato al Presidente Scarso e all’intero Consiglio Federale.
Ciò, peraltro, è già avvenuto in passato in favore di questa associazione, e in maniera particolarmente grave al momento dell’affiliazione per consentire la quale, come mi permetterà di raccontarle molto presto nei dettagli, Organi Federali si sono addirittura prestati a rilasciare false attestazioni.
Ora, lei mi dirà che viviamo in un paese fariseo, abituato ad infrangere le regole e ad autoproclamarsi onesto. Su questo non c’è alcun dubbio e ormai, purtroppo, non mi scandalizzo più.
Quello che mi offende è la scelta irriverente di non provare neppure a nascondere ciò che è stato consentito ma, al contrario, di volerlo sbandierare pubblicamente, sia pure per mezzo di una fotografia.
Se la pubblicazione di questa fotografia sulla pagina federale non fosse casuale, infatti, essa avrebbe il valore di una chiara scelta di campo a favore del disprezzo delle regole.
Ma non ci sono margini per l’interpretazione personale. Se si è trattato di casualità la Federazione, preso atto di quanto è ancora una volta avvenuto, dovrà sanzionare sia l’a.s.d. Accademia Scherma Palermo, in persona del suo presidente, sia la Direzione di torneo e ne avremo tutti notizia nell’apposita sezione del sito federale.
Diversamente avrà avvalorato l’equazione regola federale = 0 creando un interessante precedente per tutti i tesserati.
“Se la verità non esiste, siamo legittimati a scegliere e difendere quella più utile per noi” (Protagora)
Paola Puglisi