27 febbraio 2014

CLACSON

Gentile Sig. Rinaldi,
sono uno dei più costanti frequentatori del suo blog, che apprezzo molto, soprattutto perché riesce costantemente a strapparmi un sorriso, la sera quando torno a casa dopo una giornata di lavoro tra stress e stanchezza e a farmi andare a letto la sera con maggiore serenità. Ci terrei molto che lei pubblicasse queste due righe che scrivo di seguito.
Clacson
Napoli, che è la mia città, è a detta di moltissimi una delle città più belle al mondo. Convive con migliaia di problematiche, così come la maggior parte delle grosse città, ma più pubblicizzate ed enfatizzate e quindi paragonata costantemente ad un “terzo mondo”.
Affronterò una delle problematiche più leggera, ma costantemente fastidiosa: l’utilizzo del clacson.
Se ne abusa costantemente in maniera totalmente irrazionale e spesso senza una vera motivazione. Normalmente quando si è fermi al semaforo e ben prima che scatti il verde sono in tanti ad utilizzare il clacson per un non ben specificato motivo, dal momento che spesso non hanno alcuna fretta, lo dimostra il fatto che quando ripartono ed eventualmente superano, si piantano ad una velocità impercettibile davanti “tappando” la strada. Capita anche che accostandosi al margine della strada con le quattro frecce per 2 secondi, magari per far scendere la nonna, puntuale avviene il “fastidiosissimo rito“, che ti intima di fare in fretta. O ancora quello che per salutare l’amico pedone suona all’impazzata creando disagio a tutti e non attirando l’attenzione dell’interessato.
Questo abuso è attribuito sostanzialmente a due tipologie di persone: le prime sono le ignoranti, quelli che non si rendono conto del fastidio e del danno (inteso come inquinamento acustico) che può creare il continuo suonare e in maniera del tutto ignara provocano danni, a loro stessa insaputa; ed il secondo caso attribuito alla strafottenza, ovvero persone che pur conoscendo bene i danni che provocano, ritengono giusto ugualmente farlo, perché il personale interesse va ben oltre il danno alla comunità.
Carmine CARPENITO

26 febbraio 2014

INOSSERVANZA DELLE REGOLE


Al Presidente del C.O.N.I.  Dott. Giovanni Malagò
Al blog “Piazza della Scherma”
Lettera aperta al Presidente del C.O.N.I.

Gent.mo Presidente,

con la presente, lungi dal voler segnalare ulteriormente  una vicenda già invano portata a conoscenza dei vertici della Federazione Italiana Scherma, e rinunziando fin d’ora alla pretesa di un suo cortese riscontro, intendo semplicemente sollecitare una sua riflessione su certi modi di intendere lo sport  in rapporto alla necessità del rigoroso rispetto delle regole ed alle conseguenze che ne possono scaturire nel caso in cui ciò non avvenga.

Mi rivolgo ad Ella perché, a prescindere dal prestigioso ruolo e dalle molteplici incombenze che richiedono un suo incessante impegno, ha già dato prova di  garbata disponibilità al confronto.

Il mio approccio con la schema è stato necessitato solo dalla scelta dei miei due figli di  prediligere questo sport rispetto a tanti altri. Tuttavia, alcune esperienze negative, maturate in un contesto molto poco sportivo, mi hanno spinto verso una approfondita analisi delle regole federali per comprendere in che modo certe dinamiche possano ritenersi compatibili con i  principi,  universalmente condivisi, che orientano ogni tipo di attività agonistica.

Per questo motivo farò accenno ad un singolo episodio, fra tante vicende occorse,  affinché almeno Ella, se vorrà, potrà  riflettere sulla regolarità o meno di determinate condotte  poste in essere da organi  della FIS.
Nel mese di novembre u.s., dopo avere appreso dell'esistenza di una circolare di gara relativa al GPG tenutosi a Riccione nel maggio 2013, ho segnalato al Consiglio federale FIS un caso di evidente violazione della suddetta circolare.

Ho quindi documentato che i divieti disposti con la  circolare del 10/04/2013, sottoscritta e divulgata dal Segretario Generale, Marco Cannella, erano stati deliberatamente violati in favore degli atleti, (tra cui mio figlio), allenati presso l’associazione Accademia Scherma Palermo, ente sportivo dilettantistico nel quale presta la propria attività di maestro anche un noto esponente federale che, riveste il ruolo di Presidente del Gruppo Schermistico Arbitrale.

Ho sostanzialmente chiesto ai vertici federali di verificare se la cointeressenza sussistente tra la società Accademia Scherma Palermo e il presidente del Gruppo Schermistico Arbitrale FIS, avesse in qualche modo
influenzato la condotta posta in essere da altri organi federali fino al punto da spingerli ad agire in spregio della direttiva impartita dal Segretario Generale Marco Cannella.

Ovviamente non ho ottenuto alcun riscontro neppure negativo; probabilmente perché la risposta appariva del tutto scontata.

Eppure, dott. Malagò, i vostri codici, statuti e regolamenti sono intrisi di belle parole: sportività. lealtà, rispetto delle regole, giustizia etc.etc.etc..Ma, come è noto, il problema non sono mai le belle parole quanto piuttosto coloro su cui grava l’onere e l’onore di tradurle in fatti.

Concludo con un’ultima considerazione. Recentemente Ella ha nominato il Presidente FIS Giorgio Scarso ( già vicepresidente CONI e vicepresidente FIE) anche commissario del CONI Regionale Sicilia. Una testata giornalistica locale, nel divulgare la notizia dell’insediamento, ha attribuito al neo Commissario la seguente dichiarazione "L'obiettivo primario è dare dignità allo sport dell'isola". Mi auguro che il Presidente Scarso non abbia già perso, da Siciliano accorto, una buona opportunità per intraprendere l’arduo cammino del  “rinnovamento” !
Cordiali Saluti
dott. Antonello Fileccia

21 febbraio 2014

IL SILENZIO DEL CONSENSO E DEL TERRORE

I grandi potenti ci hanno insegnato molto sul silenzio. Una forma di comunicazione molto forte, spesso più delle parole. Basta vedere la storia del silenzio dei Papi, ma anche la modernità del silenzio di Putin alle manifestazioni contro l’omofobia.
Ma per non scomodare questi personaggi, veniamo al silenzio della Fis e alla comunicazione del silenzio per trasmettere, sempre più, quel clima di ‘terrore’. Dopo circa due mesi di confronto sulle problematiche dell’incompatibilità, la Fis cosa fa, dice che non risponde perché la signora non è tesserata. Finanche il Papa risponde ai cittadini, che siano fedeli o no, e non solo ai ‘preti’.
Nel non comunicare c’è un segnale forte e basti notare che in questo clima addirittura nel blog Piazza della Scherma si ha paura di mettere “mi piace”, quando qualcuno condivide la notizia su Facebook. Una sorta di “la Fis ti osserva e non perdona”.
Ma la scelta di non ricevere critiche e di mettere sempre tutto a tacere, parte da lontano. Infatti, come si può notare sul sito Fis spariscono sempre più gli annunci di allenamenti federali e dei convocati. I nomi dei convocati ed autorizzati alle gare escono spesso dopo la chiusura delle iscrizioni internazionali. I comunicati prima delle gare dettano “gli uomini del Ct……” dopo la débâcle “gli spadisti, sciabolatori e fiorettisti (anche se per questi ultimi non succede mai) escono ai sedicesimi…” se invece c’è medaglia “gli uomini o le donne del Ct….”.
Ora capisco che gli impegni dei circa 3 dipendenti Fis della nostra terra, assunti senza concorso ed impiegati nella comunicazione, siano molteplici, ma spesso basta mettere un elenco senza commenti, ma almeno sappiamo che c’è un allenamento e chi partecipa. Certo questo potrebbe portare il telefono del presidente a diventare bollente nel chiedere spiegazioni sulle scelte dei Ct e soprattutto sui criteri. Ma, il silenzio è peggio. Il silenzio alimenta la rabbia. Capisco che così sarebbe difficile poi autorizzare chi si vuole a partecipare e bisognerebbe dare spiegazioni. Ma magari avendo parenti al Nord, mi farebbe piacere sapere che c’è la possibilità di partecipare ad un giorno di assalti.
La comunicazione, come ci ha insegnato Andreotti, è un chiaro messaggio anche nelle foto. “Non prendetemi di profilo per dimostrare che ho una postura ‘diversa’”, lo stesso Brunetta da Ministro, difficilmente lo si fotografava vicino alla scorta o altri, invece ora… Sarà quindi un caso che in gare con 600 bambini, nelle foto della Fis, non mancano mai i soliti fedelissimi del presidente o dei Ct? E ovviamente difficilmente ci sono foto di quelle società non proprio amiche del ‘clan’. Mi sia consentito il termine, ma da noi si dice clan quando la scelta è opportunistica o obbligata, staff quando è meritocratica.
Si dice che dal “basso” le cose si vedono meglio. Dal profondo Sud quindi ho una visione completa.
La Fis per rispondere al blog l’unica cosa che ha saputo produrre è un ‘notiziario’ dove si fanno interviste ai Ct su improbabili scenari dell’arma o altro. Mi chiedo, quando il presidente Scarso, che ricordiamo ottimo e vulcanico maestro di scherma, saprà rendersi conto che con il silenzio oltre che il terrore, non si ottiene nulla. Soprattutto i nostri figli sono di una generazione diversa, dove sanno bene cosa significa una foto o un silenzio e sanno comunicare meglio e velocemente. Quindi il mio appello è affinché questo silenzio finisca e soprattutto finisca il clima di ‘isolamento’ nei confronti di chi, amando la scherma e non sfruttandola, offre spunti di riflessione per non entrare nel baratro dove ci stiamo avviando.
Si è fatto tanto in questi anni, anche per merito del presidente Scarso, non perdiamo tutto perché ci si innamora delle persone e delle proprie idee. Errare umanum est, perseverare….
Bianca IANNUZZI

19 febbraio 2014

PROVOCAZIONI


Verascherma (pseudonimo di un gruppo di genitori e dirigenti che vogliono mantenere l’anonimato) espone una serie di singolarità che se dovessero corrispondere al vero meriterebbero una particolare attenzione da parte degli Organi federali.

Hanno letto con attenzione, in queste settimane, la questione relativa alla vicenda siciliana,  che a loro dire coinvolgerebbe tutta l’Italia. Alcuni di essi pur vivendola da molto vicino e condividendone la sostanza, non sono intervenuti nel dibattito per la solita paura di ritorsioni.

Vorrebbero lanciare una provocazione e chiedono a Piazza della scherma di renderla pubblica.

A loro dire ci si meraviglia  di come un arbitro possa essere maestro e viceversa, ma non piuttosto di come un maestro in attività  possa svolgere anche ruoli  di particolare rilevanza in ambito F.I.S. come C.T. o Presidente di organismi, etc. etc.

Alcuni di essi (maestri) ricoprirebbero ruoli di notevole responsabilità all’interno dei Gruppi sportivi militari o Corpi Armati dello Stato. Risulterebbe che costoro siano in attività con propri atleti e pare che ciò creerebbe non poche situazioni di disagio nelle convocazioni.  Infatti, molti schermidori convocati in nazionale appartengono a tali Gruppi e l’imbarazzo verrebbe avvertito anche nella conduzione arbitrale di  un assalto: un arbitro che sia anche maestro come si comporterebbe nella gestione dell’incontro in cui è parte uno degli allievi del C.T. o del componente la Commissione arbitrale, se non del Presidente stesso? Saprebbe mantenere la piena lucidità?

Sempre secondo Verascherma, ci sarebbero situazioni in cui i CT siano anche direttore tecnico di club. In questo caso verrebbe da pensare che alcuni allievi potrebbero essere convocati pur in assenza di risultati, mentre altri a dispetto dei risultati, non riceverebbero analogo trattamento.

Concludono con una considerazione: qualche CT rilascerebbe interviste dove verrebbe affermata la necessità di un cambiamento, lanciando progetti dispendiosi per tecnologizzare il proprio settore. Intanto convocherebbe atleti, e personale vario orbitante nella propria sfera (fisioterapisti, maestri e porta ….), pertanto la incompatibilità, se non altro da un punto di vista etico-morale, è del tutto evidente.

Verascherma afferma che in altri paesi gli atleti si allenano e se “toccano” sono in nazionale altrimenti a casa in cerca di altre possibilità;  i responsabili dei settori tecnici non sarebbero scopritori di talenti ma organizzatori dell’attività agonistica. Non ci sarebbero incompatibilità con l’incarico federale ed i successi nascerebbero dalla trasparenza posta in essere, garantendo a tutti criteri di oggettività.

A dir la verità il contenuto del loro scritto era molto più pesante, con riferimenti a precise persone.

In relazione al settore tecnico non ritengo giustificata la loro provocazione, poiché chi ricopre cariche di notevole responsabilità è stato scelto sulla base di criteri oggettivi, che comprendono il curriculum innanzitutto e la capacità gestionale, sia dal punto di vista tecnico-umano che amministrativo. La valutazione del lavoro, e questo l’ho già scritto, dovrà essere fatta sulla base dei risultati conseguiti. Continuare su questa strada lo ritengo una perdita di tempo poiché criticare ciò che deve ancora avvenire da la sensazione di voler per forza sminuire una persona ed il lavoro che sta svolgendo.

Ho scritto un articolo “FANALINO DI CODA” con il quale ho espresso compiutamente il mio pensiero, ma con altrettanta fermezza dico a Verascherma che l’onestà morale ed intellettuale impone un minimo di rispetto per le scelte operate dalla F.I.S.. la quale si assumerà l’onore e l’onere dei propri indirizzi. Cosa diversa è la valutazione sulle incompatibilità, per le quali sono assolutamente d’accordo su quanto scritto in questo blog.

Ezio RINALDI

16 febbraio 2014

IL MEZZO ED IL FINE: CHIARIMENTO DELL'AVV. PUGLISI


"Gent.mo Sig. Rinaldi,

nel suo articolo lei pone un interrogativo critico: “dove porta tutta questa cagnara”. Immagino, però, che non abbia inteso lanciare un dibattito tra i lettori quanto piuttosto sollecitare una risposta da parte dei diretti interessati, e trovo giusto raccogliere la provocazione, chiarendo, tuttavia, che per comprendere l’obiettivo di un’azione dovrebbe essere nota la causa che l’ha determinata.

Fatta questa precisazione le rispondo: quell’azione nasce da un fatto ingiusto, i cui effetti sembrano essere sostenuti da più parti; ha come mezzo la fiducia e quale fine la garanzia e la tutela.

Riterrà a questo punto che abbia detto poco o nulla, ma se vuol sapere di più deve lasciarmi uno spazio più ampio che non le poche righe di un commento; sceglierà poi lei se pubblicare o meno, io sono costretta a dilungarmi.

Non mi soffermerò, nondimeno, sull’antefatto. Ho imparato dai miei errori che la verità deve essere accertata sempre in contraddittorio e trovo che sarebbe poco corretto sollecitare il voyeurismo dei lettori affidando loro la mia versione, inevitabilmente di parte, di avvenimenti spiacevoli.

Proverò, quindi, a far comprendere il mezzo e il fine.

Le ho detto che il mezzo della nostra azione è la fiducia; chiarisco, è la fiducia nella Federazione intesa come istituzione deputata alla tutela dei propri tesserati.

Lei ha quindi ragione nel ritenere che non vi è, da parte nostra, alcun intento di destabilizzare, (a meno che non si voglia tacciare come “rivoluzionaria” la pretesa di garanzia e tutela avanzata).

            Avendo, dunque, assoluta fiducia nella adeguatezza istituzionale della Federazione, abbiamo chiesto che fosse fatta chiarezza su diversi accadimenti e sull’applicazione di alcune regole.

            Mentirei se negassi che in alcuni momenti questa fiducia non abbia subito uno scossone. Quanto meno per i tempi che impiega, la Federazione ha deluso un pochino; sulle risposte non possiamo giudicare, non avendone ancora ricevuto alcuna che possa dirsi compiuta. Ed è, davvero, da rimarcare la differenza con il Coni, atteso che il presidente Malagò, pur impegnato all'estero, ha già dato un immediato primo riscontro, con l’abituale cortese sollecitudine, alla lettera a lui inviata.

            Tuttavia siamo ancora fiduciosi del fatto che sarà fatta chiarezza e sarà assicurata la dovuta tutela, e lo siamo talmente, da avere scelto questo blog quale sede dell’agone dialettico, convinti come siamo che la pubblicità funga da moltiplicatore dell’efficacia della tutela istituzionale.

            Ed è, ancora, questo il senso del rifiuto dell’offerta, fattaci per conto della Federazione, di un “chiarimento” che rimanesse circoscritto nel segreto di una cameretta. Se, infatti, le regole valgono e vanno applicate erga omnes non ha alcun senso e non è di alcuna utilità discuterne in privato.

            Il vecchio adagio i panni sporchi si lavano in famiglia, che riecheggia un aborrito costume della mia terra, è figlio di una falsa quanto errata saggezza che sottomette verità e responsabilità ad un ipocrita senso dell’onore e non tutela né le vittime né gli aggressori. Il compromesso esige il segreto, la giustizia reclama la luce.

            Ed è proprio a questo, caro sig. Rinaldi, che mira questa cagnara, a mantenere accesa la luce.

            E mi permetta di dissentire da lei: non è importante quale possa essere la misura della sanzione quanto piuttosto il fatto che le regole siano ripristinate.

            Cosa vuole che importi se per la violazione denunciata la Federazione sarà chiamata a pagare per il suo Presidente, che è il soggetto responsabile del trattamento dei dati, €100 o €90.000?

Quel che conta è che quei gravi fatti non si ripetano mai più; che nessuno possa mai più pensare di avvalersi dei mezzi federali per perseguire uno scopo personale, tanto più quando questo è “poco lodevole”.

Se la Federazione non saprà offrire la dovuta tutela ai propri tesserati, se non ne sarà capace o se non vorrà farlo, sentendo tutte le parti e non soltanto alcune, vagliando tutti gli elementi che le sono offerti, allora avrà subìto ben più che una sanzione pecuniaria, avrà dimostrato di non sapere essere istituzione con tutto ciò che inevitabilmente ne consegue.

            Ma sono certa che non sarà così.

            Spero a questo punto di avere risolto i suoi dubbi, di avere reso il senso della nostra azione, e di avere dato conferme a coloro, non pochi, che in questi giorni mi hanno cercata, stupendosi e congratulandosi, per raccontarmi di ingiustizie che ritengono di avere subito.

            Cordiali saluti

            Paola Puglisi"
Non credo di dover aggiungere altro, l'avv. PUGLISI è stata molto chiara sulle finalità delle sue segnalazioni/denunce. Ora tocca agli altri controbattere e confutare le argomentazioni esposte, personalmente ho cercato di stimolare le risposte: una è arrivata, confido che ne arrivino altre.
Ezio RINALDI

13 febbraio 2014

INCOMPATIBILITA', G.S.A. E DATI PERSONALI


Dal 13 gennaio c.a. sono stati pubblicati diversi articoli riguardanti le incompatibilità, il settore arbitrale e la diffusione di dati personali. Per la precisione i post relativi alle predette tematiche sono stati i seguenti ed a fianco di ciascuno le relative letture:

  • CHIARIMENTI SU INCOMPATIBILITA’ – letture n.                                   583;
  • LETTERA APERTA AL DOTT. FILECCIA – letture n.                                   131;
  • RISPOSTA DEL DOTT. FILECCIA – letture n.                                              200;
  • LETTERA APERTA AL PRESIDENTE F.I.S. – letture n.                                506;
  • 2^ LETTERA APERTA AL PRESIDENTE F.I.S. – letture n.                          512;
  • RISPOSTA DEL PRESIDENTE F.I.S. ALLE LETTERE APERTE – letture n.  287;
  • DIFFUSIONE DATI PERSONALI – letture n.                                                085

Come si può notare gli argomenti hanno suscitato parecchio interesse, ma a fronte di tante letture non corrisponde un adeguato numero di commenti. Sono, pertanto, indotto a credere che i frequentatori del blog vogliono leggere ma non intervenire e ciò perché l’esposizione potrebbe portar loro del nocumento e sono altrettanto certo che vorrebbero sapere dove porta tutta questa cagnara.

Personalmente non credo che si voglia arrivare alla destabilizzazione politico/amministrativa della FEDERAZIONE (a mio avviso non ne sussisterebbero gli estremi), suppongo che si desideri una più convincente trasparenza sulla operatività della F.I.S.. In tal senso ritengo che in alcuni passaggi delle risposte fornite abbia messo la testa nella sabbia – tutti sanno tutto e come spesso affermo: ciò che non si fa o non si dice non si sa, viceversa nel mondo della scherma parlano anche i muri – per cui sono indotto a credere che non si sia voluto affrontare la situazione per quella che è realmente: sarebbe molto più semplice e dignitoso affermare la verità e prendere i conseguenti provvedimenti, costi quel che costi. Ma cosa costerebbe realmente?

Cosa diversa è la diffusione di dati personali, soprattutto se interessano i minori, per la qual cosa ci sono delle precise leggi e regolamentazioni vigenti, però anche qui bisogna capire dove si vuole andare a parare. Mi spiego meglio: le sanzioni per tale violazione sono di tipo amministrativo e mi sono preoccupato di fare una ricerca sull’entità dei provvedimenti. Il Garante per la Privacy può comminare sanzioni fino a 90.000 euro, da quello che mi è dato conoscere il provvedimento più pesante è stato di 36.000 euro e nei casi più frequenti di condanna di 2.400 euro. Atteso che le somme verrebbero pagate dalla F.I.S., quale ulteriore aspetto si vorrebbe porre in evidenza, visto e considerato che il tutto si racchiuderebbe in poche migliaia di euro di multa? O forse si intende porre in risalto che il Presidente F.I.S., in quanto unico responsabile dei dati relativi ai tesserati, non è in grado di garantirne la protezione?

Su quest’ultimo argomento mi è stata posta la domanda: ”Secondo te Malagò cercherà di informarsi in maniera ufficiosa, prima di esporsi con una posizione ufficiale, qualunque ne sia il contenuto?”. La mia risposta: “Non credo, ritengo che tutte le informazioni le avrà dalla F.I.S..”. Su questa mia opinione vale il proverbio “chiedete all’oste se il vino e buono”.

Mi auguro che qualcuno voglia intervenire, a chiarimento delle varie posizioni.
Ezio RINALDI

 

08 febbraio 2014

DIFFUSIONE DATI PERSONALI


Un nutrito numero di genitori della A.S.D. Sala d'Armi Trinacria ha inviato a questo blog la lettera sottostante, la quale non può che essere pubblicata. Nel contempo, auspico una felice risoluzione della problematica che, essendo assai complessa (grave), merita particolare attenzione dalle istituzioni - F.I.S./C.O.N.I..

"Ill.mo Presidente C.O.N.I. dott. Giovanni Malagò
Spett.le Redazione  del blog  “Piazza della Scherma”


In data 23 dicembre 2013 il Presidente dell’a.s.d. Sala d’Armi Trinacria ha inviato al Presidente Giorgio Scarso e ad ogni singolo Consigliere Federale, una nota con la quale ha chiesto loro di esprimersi in merito ad una diffusione di dati personali degli associati perpetrata al di fuori degli scopi indicati nella informativa sul trattamento dati sottoscritta da ciascuno di noi al momento del tesseramento.

Fino ad oggi la Federazione non ha ritenuto di dovere rispondere alcunché, né ha fatto cenno del compimento di alcuna attività di verifica.

Riteniamo, pertanto, che non sia nelle intenzioni dei suddetti organi offrire la dovuta tutela ai propri tesserati, né  porsi il problema di cosa avvenga realmente all’interno della Federazione né di chi e perché, abbia accesso ai dati riservati da essa detenuti.

Per questo motivo è stata inviata una segnalazione al Garante della privacy perché accerti le eventuali violazioni.

Nelle more della conclusione del procedimento, riteniamo che sia comunque dovuta ai nostri figli, a fronte dello sconcertante silenzio della Federazione, una tutela ulteriore e più pregnante; per questo motivo chiediamo al Presidente del C.O.N.I., dott. Giovanni Malagò,  di assumere senza ulteriore ritardo  ogni iniziativa di  competenza per far luce sull’intera vicenda,  che seppure già  ampiamente esposta ai membri dell’intero Consiglio Federale F.I.S. è rimasta priva di riscontro, e ciò al fine del precipuo accertamento delle responsabilità  e dell’ individuazione dei soggetti federali a diverso livello coinvolti,  e di valutare adeguatamente la condotta inerte di quanti, in ragione del ruolo di vertice rivestito  all’interno della Federazione,  avrebbero dovuto tempestivamente attivarsi  per l’adozione dei  provvedimenti consequenziali."

 

 (lettera firmata)

05 febbraio 2014

RISPOSTA DEL PRESIDENTE F.I.S. ALLE LETTERE APERTE

Gentilissimo sig. Rinaldi,
ho ricevuto oggi la risposta del Presidente Scarso alle due lettere aperte pubblicate sul suo blog.
La trascrivo fedelmente affinché sia pubblicata unitamente alla mia replica.
Cordiali saluti
Paola Puglisi
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FEDERAZIONE ITALIANA SCHERMA
Il Presidente
 
Alla Società Sala d’armi Trinacria
All’avv. Paola Puglisi
e p.c.
Al Presidente del CONI dr. Giovanni Malagò

Gentile Avv. Paola Puglisi,
            rispondo alle Sue due “lettere aperte”, divulgate in questi giorni e comunicate anche al Presidente del CONI, chiarendo subito che è mia personale abitudine curare la corrispondenza con tutti gli appassionati di scherma, pur se non affiliati o tesserati alla Federazione, e non sottrarmi in alcun modo alle sollecitazioni “esterne”, quale che sia la loro provenienza.
            Tuttavia, Lei si è presentata, Avv. Puglisi, quale incaricato della gestione del sito internet della società sportiva Sala d’Armi Trinacria.
            Tale qualifica, se mi consente, non rientra tra quelle tassative previste nell’ordinamento sportivo che comprende, unicamente, atleti, tecnici, dirigenti ed Ufficiali di Gara.
            Ho fatto quindi fatica a comprendere quale sia il Suo ruolo in seno alla società di cui dichiara l’appartenenza e da dove provenga l’investitura a parlare a nome della società medesima.
            Dovrei chiudere qui questa risposta, sintetizzando in breve che, se la società Sala d’Armi Trinacria ha qualcosa da lamentare, a qualunque titolo, ciò dovrebbe farlo a firma del suo Presidente e non certo attraverso il gestore del sito internet.
            Ciò solo per evidenziare che resto in attesa di conoscere se Lei si sia espressa a titolo personale o rappresenti una posizione formale della società cui dichiara di appartenere, con conseguente ratifica ed assunzione di responsabilità anche da parte del Presidente e legale rappresentante della stessa.
            Ciò detto e premesso, mi lasci dire che, nel merito della questione sollevata, mi sembra che si voglia scatenare la classica “tempesta in un bicchier d’acqua”.
            Non conosco le posizioni assunte dal delegato regionale del GSA Marco Barrera, che peraltro gestisce il settore con grande solerzia e professionalità, né, però, posso dare credito a quanto riferito da terzi o ricostruito per interposta persona.
            D’altronde la valutazione di opportunità circa l’utilizzo dell’immagine e l’accostamento della stessa a determinate persone o situazione è un fatto rimesso alla sensibilità personale.
            Se Lei ha ragione di ritenere che il Sig. Barrera abbia fatto qualcosa di contrario alle norme federali o ai propri compiti e doveri anche di natura etico sportiva ha il diritto-dovere, posto che sia legittimata a farlo – di segnalare l’accaduto agli organi della Giustizia Sportiva.
            Diversamente i suoi pur pregevoli scritti si risolvono in un mero esercizio di stile, finalizzati a sollecitare prima, ed alimentare poi, sterili polemiche nelle sedi meno appropriate.
Con viva cordialità
Giorgio Scarso
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Al Presidente della FIS Sig. Giorgio Scarso
e p.c.
Al Presidente del CONI dr. Giovanni Malagò

 Gentilissimo Presidente,
sono davvero contenta di avere ricevuto una Sua risposta, per quanto non mi pare possa ritenersi esaustiva rispetto al merito della domanda.

Infatti, dopo avermi rassicurata del fatto che Lei è uso dialogare con tutti, - (ma ho dovuto spedirle almeno 5 lettere di cui due aperte e dirette anche al Presidente del Coni per ottenere una prima risposta)-, in pratica si limita a sindacare, in modo affatto sterile, la legittimità del mio ruolo di gestore del sito internet forse solo per eludere, ancora una volta, il dovuto riscontro a quanto  sottoposto alla sua attenzione.
Ciò premesso, come Lei certamente saprà, le previsioni federali non possono esaurire tutti i rapporti di tipo privatistico che le associazioni sportive dilettantistiche sono libere di intrattenere. Per questo motivo Sala d’Armi Trinacria, così come ogni altra associazione, può rivolgersi a chicchessia per gestire alcuni aspetti della propria vita associativa.
Si tratta di un comportamento legittimo sotto ogni profilo e ritengo, d’altro canto, che anche la Federazione da Lei guidata affidi a soggetti non tesserati il compimento di attività utili al suo funzionamento.  E proprio in questo ambito rientra l’incarico che, a titolo gratuito, mi è stato conferito dal presidente dell’associazione Sala d’Armi Trinacria, da me accettato con assunzione di piena ed esclusiva responsabilità quale autore delle pubblicazioni.
Da ciò consegue, per l’autonomia gestionale convenuta, che le mie dichiarazioni costituiscono unicamente espressione del mio pensiero e della mia volontà. Pertanto, non avendo io effettuato alcuna dichiarazione in funzione di rappresentante della associazione di che trattasi, nel caso Lei intenda conoscere anche il pensiero del dott. Gioacchino Maurizio Seminara non Le resta che rivolgersi direttamente all’interessato.
Tornando alla vicenda che Ella liquida troppo frettolosamente come una “classica tempesta in un bicchier d’acqua”  invitandomi, ove ne avessi il diritto, ad adire direttamente gli organi della Giustizia Sportiva, ritengo che Lei abbia sottovalutato tutto quanto sino ad oggi più volte esposto alla Sua personale attenzione, che, mi permetta di ricordarle, attiene a questioni ulteriori e altrettanto gravi, rispetto alle quali la  bonaria soluzione propostami, per Suo conto, dai responsabili del Comitato regionale siciliano non appare praticabile.
            Fatta questa premessa, il mio buon diritto ad interpellarLa nasce dal fatto che, attraverso la pubblicazione di immagini sul sito da me gestito, io esercito il mio personale diritto alla libera manifestazione del pensiero.
Ora, come Lei certamente sa, si tratta di un diritto costituzionalmente garantito la cui compressione può avvenire soltanto in ragione del bilanciamento con un diritto di rango pari o superiore.
La posizione del delegato Barrera, - che Ella afferma di non conoscere, ma che era, ed è, ampiamente documentabile sol che Lei avesse avuto interesse ad approfondire prima di azzardare una risposta-, ha inciso sull’esercizio di questo mio diritto.
Per tale motivo io, nella qualità di gestore del sito e di responsabile delle relative pubblicazioni, dopo avere aderito alla richiesta del presidente di Sala d’armi Trinacria di rimuovere la foto “incriminata”, Le ho chiesto se si trattasse di un’iniziativa federale e, in caso contrario, se intendesse o meno sottoscriverla.
Non potevo non rivolgermi che a Lei in quanto il suo ruolo La grava della responsabilità verso i terzi per i comportamenti posti in essere dagli organi federali. E se la memoria non mi inganna, il delegato regionale Barrera, a norma dell’art. 83 comma 3 del nuovo regolamento organico FIS, è diretta espressione delle scelte operate dal Consiglio da Lei presieduto.
A seconda della Sua risposta avrei poi valutato lo strumento di tutela più opportuno.
Caro Presidente, spero adesso Le sia più chiaro che non si è trattato di mero esercizio di stile, ma di esercizio di un diritto e che non sono affatto interessata all’accertamento dell’eventuale violazione delle regole federali ma di ben altri e più importanti principi che sono superiori a qualunque regola federale, dal cui rispetto la sua Federazione non è esonerata.
Quanto, poi, al Suo invito a fare ricorso alla Giustizia Federale, Le chiarisco che non è questo, allo stato, il mio interesse né il mio dovere; sarà il delegato Barrera che, se vorrà, vi farà affidamento, come in un primo momento ventilato.
Non le chiedo altro, mi basta leggere tra le righe della Sua  risposta per comprendere che non era affatto al corrente dell’iniziativa del sig. Barrera e che non intende né assumerne la paternità né asseverarla con un atto formale (né, tuttavia, stigmatizzarla).
Non potrà provenire, quindi, dalla Federazione dal Lei guidata alcuna sanzione a carico dell’arbitro Maria Andrè Simone Vullo per la presenza sul sito di Sala d’armi Trinacria, di una sua fotografia scattata durante una manifestazione pubblica e conferente con il suo ruolo arbitrale (alla cui pubblicazione quindi non ha alcun diritto di opporsi).
 Corro, quindi a ripubblicarla.
Immagino che anche i gestori della pagina facebook di “Accademia Scherma Palermo” e del sito internet di “Mazara Scherma a.s.d.” tirino, a questo punto, un respiro di sollievo e corrano a ripubblicare le immagini e/o le interviste dei loro soggetti preferiti, arbitri Gaspare Faugiana ed Emanuele Bucca.
            Resto ancora e sempre in attesa di una risposta alle altre questioni sottoposte al suo esame.
            Con viva cordialità
Paola Puglisi

04 febbraio 2014

2^ LETTERA APERTA AL PRESIDENTE F.IS.


2^ LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA SCHERMA, SIG. GIORGIO SCARSO


Al Presidente F.I.S. sig. Giorgio Scarso

            Al Presidente del CONI dott. Giovanni Malagò

            Al blog Piazza della Scherma 

Gentilissimo Sig. Rinaldi, torno a bussare alla porta del suo blog, probabilmente abusando della sua ospitalità, ma ritengo corretto concludere il percorso che ho avviato nel momento in cui le ho chiesto la pubblicazione della mia lettera aperta al Presidente Scarso.

Ritenevo, nel momento in cui le ho chiesto di pubblicare quella lettera, che di lì a poco avrei ricevuto una risposta da parte del Presidente, direttamente sul suo blog o, magari, con email privata che avrei, in questo caso, reso pubblica per riguardo ai suoi lettori.

E’ invece trascorsa una settimana senza che, neppure per cortesia spicciola,- (anni fa l’audace Esedra ha ricevuto maggiore considerazione!) -, il Presidente abbia ritenuto di dover dare un cenno di riscontro.

Il Presidente ha, dunque, scelto di rispondermi con un assoluto, totale silenzio.

Ma il silenzio, si sa, come qualunque atto umano è soggetto ad interpretazione.

 Chi trascura di offrire risposta ad una legittima domanda assume il rischio dell’interpretazione di tale scelta. Interpretazione che, ovviamente, cadrà sui motivi della mancata risposta così come sul suo significato intrinseco.

Terrò per me quella che ritengo essere la ragione che ha spinto il Presidente ad ignorare il grave tema portato alla sua attenzione, ciascuno se ne formerà l’idea che vorrà; proverò, invece, ad attribuire un significato a questo tipo di risposta. E per fa ciò devo analizzare i dati che ho a disposizione.

In primo luogo non potrò non considerare i rumours che hanno seguito la pubblicazione della mia lettera aperta e tra questi metterò la riferita promessa di una denunzia da parte del sig. Barrera per le false parole che gli avrei attribuito, promessa non ancora attuata; la velata condanna per la scelta, quanto meno intempestiva, del delegato provinciale, sussurratami da ambienti istituzionali.

Quindi vaglierò i fatti, e cioè l’immediata sparizione delle sole immagini da me segnalate a fronte del sereno e imperturbato mantenimento di altre briose fotografie; ne riporto, di seguito, alcune a mo’ di esempio per comodità di chi legge:
1. L’arbitro internazionale Emanuele Bucca sul sito dell’a.s.d. Conad Scherma Modica


 


          2. L’arbitro internazionale Emanuele Bucca sul sito dell’a.s.d. Mazara Scherma (Comincia nel migliore dei modi l'anno 2010 per la Mazara Scherma A.s.d. grazie al suo arbitro…. - See more at:
Dati questi elementi, dunque, quale deduzione può trarsi? 

Se il silenzio avesse voluto significare una conferma della correttezza dell’operato del sig. Barrera, in questo momento, con ogni evidenza, starei scrivendo la mia difesa dinanzi ad un giudice della Repubblica, e non potrei più trovare foto di arbitri federali spigolando nei siti delle associazioni schermistiche affiliate.

Ma così non è: quello che scrivo è soltanto una lettera da destinare al blog Piazza della Scherma e potrei scaricare almeno una foto che ritrae un arbitro da ognuno dei siti delle associazioni schermistiche italiane.

Debbo allora ritenere che il Presidente, pur non condividendo l’iniziativa del delegato regionale del GSA, non abbia voluto sconfessarlo, e facendo proprio il pensiero di Wittgenstein secondo cui su ciò di cui non si può parlare è bene tacere, abbia scelto lo scortese, ma senz’altro  conveniente, ripiego del silenzio.

Non posso dire come avrei agito al suo posto non essendo persona abituata a portare il greve fardello di una presidenza, so soltanto che sono veramente felice che nessuno, neppure un Presidente, abbia ritenuto di potere mettere nero su bianco che è vietato mostrare fotografie di arbitri durante manifestazioni pubbliche perché tali foto sono “incompatibili”.

Egregio Presidente, non posso non essere d’accordo con lei: le Regole del Diritto non potranno mai essere soppresse, neppure nello sport!

Avv. Paola Puglisi