18 agosto 2013

LE DIMISSIONI

Spesso compiamo delle azioni che riteniamo importanti e con le quali intendiamo salvaguardare il rispetto dei nostri diritti, della nostra dignità ed onorabilità. Tra queste azioni vi sono le dimissioni, delle quali sovente se ne fa un uso strumentale.

Le dimissioni sono l'atto con cui chi le presenta recede unilateralmente dal rapporto che lo vincola al datore di lavoro o all’organizzazione con cui ha un rapporto di collaborazione.

Nell'ordinamento italiano, le dimissioni si configurano come una facoltà di ogni singolo individuo che abbia rapporti di lavoro o collaborazione con ditte, imprese o Enti (pubblici e privati), che possono essere esercitate senza alcun limite, con il solo rispetto dell'obbligo di dare il preavviso previsto dai contratti collettivi in caso di lavoro dipendente o collaborazioni varie.

Esse consistono in un atto volontario dell’esercitante, la cui intenzione non deve essere viziata da minacce, raggiri e quant’altro possa configurarsi in una sorta di costrizione all’esercizio di tale atto. Nel qual caso possono essere annullate.

L' azione ha effetto al momento in cui il destinatario ne viene a conoscenza. Non rileva in alcun modo l'eventuale dissenso del ricevente. L'eventuale revoca delle dimissioni è efficace, secondo le regole generali (art. 1328 c.c.), solo se è comunicata al destinatario prima che quest'ultimo abbia avuto notizia dell'atto di recesso.

La legge italiana non prevede forme particolari per le dimissioni, che possono, quindi, essere presentate anche oralmente. I requisiti di forma sono, però, spesso dettati da ragioni di opportunità o sicurezza, che possono imporre l'onere della forma scritta a tutela del presentatore.

Diverse sono le motivazioni per rassegnare le dimissioni, tra queste:
 
·     dimissioni per giusta causa;
·     dimissioni incentivate;
·     dimissioni e licenziamento;
·     dimissioni in bianco.

Voglio fare un accenno a quelle per giusta causa.

In presenza di un grave inadempimento del fruitore d’opera che rende impossibile la prosecuzione anche solo provvisoria del rapporto (es. demansionamento, condotte gravemente lesive dell'onore e della reputazione, reiterato mancato pagamento della retribuzione, ecc.), il prestatore d’opera  può dimettersi per giusta causa, senza l'obbligo di dare il preavviso.

Al Prestatore d’opera dimissionario per giusta causa spetta l'indennità sostitutiva del preavviso, come se fosse stato licenziato. Egli può inoltre richiedere l'indennità ordinaria di disoccupazione, in quanto il sopravvenuto stato di disoccupato non gli è imputabile.

In tali frangenti è molto probabile la fase contenziosa con il datore di lavoro che non vuole riconoscere l'esistenza dei presupposti per le dimissioni per giusta causa: vi potrà perciò essere la necessità di un procedimento giudiziale che accerti la sussistenza dei requisiti che la giustificano. Il lavoratore può essere assistito nel processo con il gratuito patrocinio in presenza dei requisiti reddituali.
 
Ciò in linea generale, per quanto riguarda i rapporti che intercorrono tra un datore di lavoro ed il lavoratore ed in analogia a tale rapporto le motivazioni possono trovare applicazione anche in altri campi, ma senza la necessità di un procedimento giudiziale.
Spesso la richiesta di congedo è la conseguenza di una protesta per la mancata considerazione a cui l' esponente è soggetto. Ciò avviene in quei rapporti di collaborazione gratuita ove la gratificazione è data dalla soddisfazione di aver contribuito al mantenimento, miglioramento e consolidamento di un sistema rappresentante la vita di un certo settore. Molto spesso le aspettative vengono tradite da meschini giochi di potere o se volete di clientelismo, se non di nepotismo per cui i meriti di certe azioni vengono attribuiti ad altri per favorirne l’ascesa oppure la giustificazione all’occupazione di particolari ed importanti poltrone. In altri casi, ritenendosi più bravi ed efficaci (presunzione) di altri soggetti, ci si aspetta un riconoscimento che riteniamo dovuto, magari l’incarico a svolgere mansioni più visibili nel contesto in cui operiamo.
 
L’atto delle dimissioni è un fatto di una serietà ed una responsabilità grandissima, pertanto prima di porlo in essere bisogna averne maturato bene la concretizzazione, cioè fatto tutte le valutazioni che tale atto merita. Non si può pensare che esso possa essere ritirato solo se viene soddisfatto il proprio ego.
 
Per un lavoratore il proprio ego sta nel fatto di essere riconosciuti i propri diritti, ma per altre categorie, non sottoposte ad un contratto ma ad un rapporto di collaborazione volontaria, non ci sono soddisfacimenti personali, voglio dire che se si è nella condizione di poter contribuire, nelle forme e nel rispetto delle regole, secondo le proprie capacità, eventuali aspettative di poltrone più prestigiose(!?) non trovano giustificazione.
 
Tanto per essere ancora più chiaro quando diedi le dimissioni da Consigliere lo feci perché non ero stato messo nelle condizioni di dare il mio contributo nei settori a me più congeniali. Riconosco l’errore di averle presentate in ritardo, però una volta scritte ed indirizzate a chi di dovere non sono più tornato indietro.
 
Ezio RINALDI

2 commenti:

  1. Caro Ezio ho letto quanto da te scritto e sinceramente sono tutte cose che tutti ben conosciamo ora però non riesco a capire questo tuo riproporre le tesi da te edotte che a tuo dire ti hanno portato a rassegnarle, se lo ritieni chiarisci il perché, anche se non ci starebbero male anche le considerazioni e il pensiero di chi a tuo dire ti ha portato a quel gesto. Enzo

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  2. Caro Enzo, la mia è stata una conclusione che non aveva alcuna intenzione di ritornare al passato o di attizzare polemiche inutili. L'articolo non è riferito a qualcuno in particolare, quindi ritengo di non dovere chiarire alcunché: ho espresso, e come sempre in forma molto chiara, il mio pensiero. Nella vita quando si assumono posizioni, a qualunque titolo ed in qualunque campo bisogna essere coerenti. Spesso affermiamo:"...allora me ne vado e vi arrangiate" poi, molto spesso, si ritorna sui propri passi e solo in virtù del fatto che magari qualche concessione ci è stata fatta. In questi giorni sulla spiaggia ed in un contesto lontano anni luce dal nostro ambiente ho sentito parlare di dimissioni (calcio ed altro) e le cose che ho scritto nel post le ho espresse in quel contesto. Da ciò è nata l'idea dell'articolo.
    Buone vacanze.

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